SONIA FARDELLI
Cronaca

I segreti dei vini camaldolesi, i monaci aprono le antiche cantine. Viaggio nel mondo benedettino

Domani e sabato 17 agosto due appuntamenti per conoscere le etichette preferite di Lorenzo il Magnifico

Appuntamento per conoscere le antiche cantine dei monaci

Appuntamento per conoscere le antiche cantine dei monaci

Poppi (Arezzo), 2 agosto 2024 – I monaci camaldolesi aprono le porte delle loro antichissime cantine e svelano i segreti della produzione di pregiatissimi vini. Si racconta che i vini del Casentino fossero, al tempo dei Medici, fra i migliori della Toscana. E come testimonianz a c’è una lettera di Lorenzo il Magnifico a Piero Alamanni, dove si annota: "Tre dì or sono vi mandai due some di vino di quelle due sorte di Casentino, e doveranno esser costì presto, perché questi tempi sono a proposito, come son quì alla botte, che da parecchi anni fa non ci furono e migliori". E forse tra le etichette preferite dal Magnifico c’era anche quel Vinum Aurem, prelibato vino da contemplazione, dal colore giallo ambrato, vellutato e armonico al palato, che da secoli viene prodotto dai monaci camaldolesi alla Mausolea di Soci, magnifica villa seicentesca, che, utilizzata un tempo come foresteria per i pellegrini in cammino verso il sacro eremo, custodisce al suo interno una ricca collezione di antichi arredie si affaccia su una tenuta di ben 350 ettari fra filari di vigneti, campi coltivati e attività zootecniche.

Domani , con replica sabato 17 agosto, grazie alla collaborazione fra la Cooperativa In Quiete e l’Ordine Camaldolese, con l’evento "Vinum Aureum - Le cantine proibite dei Monaci Camaldolesi" sarà possibile entrare in questa importante residenza e visitare con una guida esperta le storiche cantine dei monaci che fecero del motto benedettino "Ora et labora" la loro filosofia di vita, unendo alla preghiera e contemplazione momenti di attività legati alla coltivazione e alla custodia delle foreste. Si entrerà così in un mondo arcaico che affonda le radici nella tradizione vinicola monastica dei secoli passati come documentano alcune botti risalenti al 1753 talmente grandi da ipotizzare siano state costruite dai monaci all’interno di questi ambienti. Qui, nelle viscere della Casa delle Vigne, le naturali condizioni di temperatura e l’assoluta assenza di vibrazioni e correnti d’aria garantiscono ancor oggi un habitat ideale per l’affinamento e conservazione dei vini. Dopo la visita alle cantine ci sarà un’escursione nella secolare foresta di faggi e abeti di Camaldoli da dove sarà possibile raggiungere il monastero con la visita all’antica farmacia e la degustazione di una selezione di vini ancora oggi prodotti dalla Cooperativa Agricola La Maus olea.