LAURA LUCENTE
Cronaca

Virus, la morta era la mamma del medico accusato dal sindaco di Cortona

Nel mirino di Meoni una dottoressa. La Asl la scagiona ("non viene fuori alcuna irregolarità") e dal primo tampone non è emersa la positività. Ieri nuovo screening

Luciano Meoni nel video che accusa il medico

Arezzo, 28 marzo 2020 - «Nessun medico positivo ha continuato a lavorare conoscendo la sua positività». E’ quanto lapidariamente scrive in una nota ufficiale l’Asl Toscana Sud Est dopo le accuse forti e pungenti del sindaco Luciano Meoni nei confronti di un medico del territorio che a quanto avrebbe affermato Meoni «non si sarebbe attenuto ai protocolli previsti». In realtà, la persona nel mirino di Meoni è una dottoressa con ruoli importanti di responsabilità in seno all’Asl.

Il medico aveva un familiare positivo, la mamma di 89 anni, purtroppo morta giovedì scorso nel reparto di malattie infettive dell’ospedale San Donato di Arezzo dove era stata ricoverata. E’ però tutto da dimostrare non solo che sia stata la figlia a portare il contagio, ma che la dottoressa accusata da Meoni sia effettivamente stata contagiata dal coronavirus. A oggi infatti la positività del medico non è stata nemmeno accertata.

Il primo tampone, effettuato a seguito del caso conclamato in famiglia, ha dato un esito «indeterminato», è stato cioè incapace di stabilire se ci sia positività o mento, tanto è vero che la dottoressa non risulta nell’elenco ufficiale degli affetti da Covid diramato tutti i giorni dall’aazienda sanitaria. La donna è stata sottoposta ieri a un nuovo screening il cui risultato dovrebbe arrivare già nella giornata di oggi.

La prudenza è dunque d’obbligo e in ogni caso la Asl aveva appunto precisato nella sua nota ufficiale quali fossero i temini reali della questione. Andiamo comunque con ordine. Il sindaco di Cortona Luciano Meoni, in un video Facebook che lo riprende con la mascherina al volante della sua auto, sulla base delle informazioni che aveva in suo possesso, aveva spinto l’acceleratore, accusando il medico chiedendo un’indagine interna alla stessa Asl per procedere contro questa professionista sanitaria della quale era arrivato addirittura a invocare la ua «radiazione».

A fare chiarezza sull’intricata a vicenda ci ha provato all’indomani la Asl spiegando di avere immediatamente svolto un’accurata indagine interna dalla quale non sono però emerse irregolarità nel comportamento tenuto dalla dottoressa.

«Il medico attaccato sui social - si legge nella nota dell’azienda sanitaria - ha lavorato per l’ultima volta il giorno 20 marzo, la positività del familiare è stata accertata il giorno 23 marzo. Il medico non era già più al lavoro ed è rimasto in isolamento. È stata comunque effettuata l’indagine epidemiologica, per conto del medico competente: i contatti stretti, a cui è stato fino ad ora effettuato il tampone, sono risultati tutti negativi».

Traducendo, non ci sarebbero a oggi altri contagi in ambito sanitario e familiare ipoteticamente attribuibili a comportamenti tenuti dalla dottoressa al di fuori del protocollo di sicurezza. Le accuse di Meoni hanno, come era immaginabile lasciato il segno, soprattutto in questo particolare e delicato momento di emergenza sanitaria.

Ad attaccare il sindaco è ad esempio il partito democratico di Cortona: «Inopportuno rivolgere esternazioni pronunciando condanne senza appello prima ancora che si sappia cosa sta dietro ogni singolo contagio. Simili annunci rischiano inoltre di diffondere preoccupazione e ansia nei cittadini, esattamente il contrario di quello che dovrebbe fare un amministratore».

Anche lo stesso Meoni, in messaggi successivi inviati alla popolazione, aggiusta un po’ il tiro ringraziando ed elogiando tutto il personale sanitario che in questo momento, afferma, «sta svolgendo un lavoro grandioso e di cui ho la massima stima».