REDAZIONE AREZZO

Virus sinciziale, drastica riduzione dei ricoveri nella pediatria del San Donato

«Merito della campagna di immunizzazione» dice il dr. Marco Martini Direttore pediatria dell’ospedale aretino. Arezzo nella rete di sorveglianza attiva insieme a Meyer e Santa Chiara di Pisa

Il dottor Marco Martini, direttore UOC Pediatria dell’Ospedale San Donato

Il dottor Marco Martini, direttore UOC Pediatria dell’Ospedale San Donato

Arezzo, 20 marzo 2025 – La campagna di immunizzazione contro il virus sinciziale, avviata da Regione Toscana nell’autunno scorso, ha ridotto i casi di bronchiolite nei bambini e i conseguenti ricoveri nelle terapie intensive pediatriche e nei reparti di pediatria. Risultati positivi come evidenzia il dr. Marco Martini, direttore UOC Pediatria dell’Ospedale San Donato. L’ospedale di Arezzo fa parte della rete Netvac di cui il Meyer è capofila.

Da 5 anni il reparto diretto dal dr. Martini collabora a questo progetto di ricerca inviando all’ospedale pediatrico fiorentino i dati raccolti in Pediatria. «Durante il periodo della pandemia da covid-19 abbiamo assistito ad un crollo nella diffusione del virus sinciziale dovuto al lockdown – spiega il dr. Martini –.

Nel 2022 e nel 2023 si è invece verificata una esplosione di ricoveri a causa del virus responsabile di bronchioliti e anche lo scorso anno il nostro reparto era stracolmo di casi riconducibili a virus sinciziale.

Anni nei quali in Toscana si è arrivati a 800 ricoveri nei reparti di pediatria degli ospedali della regione e nelle terapie intensive pediatriche, contro i circa 100 di quelli registrati nel periodo a cavallo fra il 2024 e il 2025.

Merito della campagna di immunizzazione che ha visto un tasso di adesione altissimo pari al 90,5 per cento». «La campagna regionale di somministrazione del nuovo anticorpo monoclonale si può ben dire, dati alla mano, ha avuto grande successo: il principio attivo che non è un vaccino e vorrei chiarirlo, ha una efficacia di 6 mesi e riesce a coprire il neonato per l’arco di tempo in cui si ha una maggiore probabilità di contrarre la malattia da virus respiratorio sinciziale anche in forma grave» aggiunge il dr. Martini.

L’ospedale di Arezzo fa parte della rete di sorveglianza attiva del virus sinciziale insieme all’ospedale Meyer e al Santa Chiara di Pisa. «Sono i tre centri che, sotto il coordinamento del Meyer, hanno adottato la sorveglianza attiva settimanale - prosegue Martini -. Per quanto riguarda la Asl Sud Est confluiscono in rete i dati forniti di tutte le pediatrie quindi Grosseto, Montepulciano, Montevarchi e Poggibonsi , con il San Donato che svolge un ruolo di coordinamento in Asl Tse.

Quest’anno, grazie all’immunizzazione, i casi di ricovero si sono drasticamente ridotti: 100 in tutta la Regione contro gli 800 del 2023 e i dati della Asl Toscana Sud est rispettano questo trend. Nei mesi autunno invernali il nostro reparto di Arezzo è stato sempre, salvo la parentesi del Covid, stracolmo di bambini con insufficienza respiratoria, piccoli che avevano necessità di ossigeno terapia anche ad alti flussi. Adesso sono nettamente diminuiti».

Ma quali sono i rischi legati al virus sinciziale? «Quando i sintomi sono acuti c’è necessità di ricorrere all’assistenza in ospedale – aggiunge il dr. Martini -. Poi ci possono essere le complicazioni, e in questo caso i dispositivi all'avanguardia di assistenza respiratoria non invasiva di cui disponiamo possono non bastare: si tratta di casi che necessitano di cure più intensive con il trasferimento in terapia intensiva pediatrica. Inoltre non bisogna dimenticare gli effetti a lungo termine: i bambini che nei primi mesi di vita contraggono il virus sinciziale sono a rischio di riacutizzazioni di bronchiti asmatiche e asma infettivo nei primi anni di vita, che vanno poi diminuendo negli anni».

Quante sono le famiglie che hanno aderito alla chiamata? «Nei reparti di Neonatologia toscani il 90,5 per cento delle famiglie ha aderito alla somministrazione dell’anticorpo monoclonale, alta anche l’immunizzazione presso i pediatri di famiglia che ha raggiunto il 90 per cento» conclude Martini.