REDAZIONE AREZZO

Visite "in nero": scarcerata la ginecologa di Bibbiena

Lungo interrogatorio davanti agli inquirenti, ha risposto a tutto. Deposizione definita "ammissiva". La Procura contesta visite scavalcando il Cup e pagamenti ai mediatori

Il procuratore Nicolosi, i sostituti Gestri e Boscagli, il colonnello Grandini

Arezzo, 19 luglio 2018 - Scandalo in corsia, prosegue a ritmi serrati l’inchiesta. Ieri la ginecologa bibbienese Elena Busi – assistita dall’avvocato Giuseppe Nicolosi – è stata interrogata dai sostituti procuratori Lorenzo Gestri e Lorenzo Boscagli. Il medico da una settimana era agli arresti domiciliari assieme ad altri 3 colleghi del reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Prato con l’accusa di peculato e truffa ai danni dello Stato per aver visitato pazienti cinesi dietro compenso e durante l’orario di lavoro.

Oltre tre ore di domande – da parte degli inquirenti – al termine delle quali la deposizione del medico è stata definita «ammissiva». Per la Busi, la Procura ha dato parere positivo alla richiesta di scarcerazione della donna, come già fatto per Simone Olivieri, già interrogato nei giorni scorsi. L’accusa per i quattro medici è di peculato e truffa ai danni dello Stato.

In sostanza la Procura contesta ai ginecologi un consolidato (e fuorilegge) modus operandi: visite ginecologiche a circa sessanta pazienti che, tramite la complicità di ‘mediatori’, avrebbero scavalcato le consuete procedure di prenotazione al Cup. Ergo il paziente ‘fuori circuito’ consegnava i soldi (cifre che si aggiravano intorno ai 100 euro) ai mediatori che – secondo l’accusa – avrebbero poi pagato il medico per la prestazione trattenendosi una specie di ‘provvigione’.

Intanto il lavoro degli inquirenti però, prosegue. Ieri pomeriggio sono state sentite altre persone e per i prossimi giorni sono in programma altri interrogatori non solo agli indagati ma anche a chi è ritenuto informato sui fatti. Tra questi anche il primario del reparto di ostetricia e ginecologia del Santo Stefano, Giansenio Spinelli.

Il quadro accusatorio si va così completando e precisando grazie anche alle dichiarazioni ammissive di una parte dei coinvolti tra cui, oltre ai due medici, ci sarebbero anche quelle rilasciate da due cinesi arrestati. Anche per loro si va verso l’alleggerimento della misura cautelare.