Aboca Museum, la mostra di antichi erbari “Le erbe delle streghe"

Fino al 30 novembre 2024 Aboca Museum ospita l'esposizione temporanea di antichi erbari dedicati a piante psicotrope, allucinogene e narcotiche

La mostra

La mostra

Arezzo, 5 novembre 2024 – Aperta al pubblico l'esposizione temporanea di antichi erbari della Bibliotheca Antiqua dedicati alle “erbe delle streghe”. La mostra si sviluppa in due sale di Aboca Museum, al primo piano del palazzo Bourbon del Monte: allestita in otto teche che custodiscono per l'occasione 14 esemplari tra erbari e florilegi antichi e una ventina di tavole botaniche, dando vita a un approfondimento iconografico su 12 specie botaniche selezionate per l'occasione, protagoniste di antiche tradizioni e rituali magici.

Quando si parla di “erbe delle streghe” è inevitabile chiamare in causa una specifica categoria di farmacopea magica, quella delle piante psicotrope, spesso letali e accomunate da una forte tossicità; si tratta sia di piante narcotiche e allucinogene capaci di alterare la mente, come il giusquiamo nero, la belladonna o la mandragora, sia delle cosiddette erbe scacciadiavoli dall’antichissima simbologia magica, come l’iperico, il finocchio o la ruta, diffuse come ingredienti necessari nei rituali contro le azioni di streghe e demoni.

La raccolta delle piante era un rituale particolarmente suggestivo: le streghe, esperte conoscitrici di erbe spontanee e officinali grazie a secoli di tradizione femminile, accompagnavano questo momento con nenie e cantilene dedicate al principio attivo, celebrato come qualità spirituale o divina.

Alla raccolta seguiva poi la preparazione esperta dei medicamenti magici, somministrati principalmente per ingestione diretta e per assorbimento cutaneo, tramite miscele di olii vegetali o grassi animali.

Quest’ultimo metodo era particolarmente pratico ed efficace: gli unguenti, spalmati su particolari punti del corpo con uno strumento a forma di bastone, consentivano di mitigare gli effetti collaterali del preparato, quali nausee, emicranie e crampi, e permettevano al tempo stesso di prolungare la durata dell’azione psicotropa, aumentando le sensazioni di estrema leggerezza e l’illusione di volare.