Al Castello di Poppi la prima edizione del Festival delle neuroscienze

Dialoghi multidisciplinari su “Cervello e Tecnologia Informatica”

Arezzo, 30 maggio 2024 – Un evento di carattere divulgativo ideato per dare alle Neuroscienze una posizione centrale nell'agenda della società contemporanea, aggiornare il pubblico sui progressi della ricerca e promuovere un dialogo equilibrato e costruttivo tra la cultura scientifica, tecnologica e umanistica.

Con questi obiettivi debutta il Festival delle Neuroscienze, che si terrà il primo e il 2 giugno, nella suggestiva cornice del Castello Guidi di Poppi (Arezzo), con il sostegno della Clinica di Riabilitazione Toscana Spa (CRT) di Valdarno, di Fondazione Gianfranco Salvini e con il patrocinio della Regione Toscana.

L'evento è stato concepito su iniziativa di Alessandro Rossi, professore di Fisiologia Umana e Neurologia dell'Università di Siena. La prima edizione, intitolata "Cervello e Tecnologia informatica" sarà dedicata a “L’intelligenza umana e l’intelligenza artificiale. Neuroscienze, Fisica, Tecnologia e Filosofia a confronto”.

Il Festival si articolerà in dialoghi complementari che esploreranno il valore delle tecnologie emergenti e la complessità e ricchezza del pensiero umano, per gettare un solido ponte culturale tra le discipline diverse che studiano il cervello, il comportamento umano, i suoi valori e i suoi rapporti con la realtà.

Il dibattito sarà alimentato dal confronto interdisciplinare tra neuroscienziati, filosofi, teorici etici, fisici, ingegneri elettronici ed esperti di tecnologie educative e di comunicazione, all'interno di un dialogo basato non sul confronto tra opinioni ma tra acquisizioni scientifiche e ipotesi. La moderazione sarà affidata a Luigi Ripamonti, responsabile Salute del Corriere della Sera, media partner dell'evento.

Il Festival affronterà le nuove sfide delle Neuroscienze che, a partire dal 2010 con l'avvento del progetto globale “Human Connectome”, assistono a un intenso sforzo per definire l'architettura strutturale e funzionale del sistema nervoso centrale e per spiegare la natura delle nostre funzioni mentali, che sempre più conduce a osservare i processi quantistici che operano nella “profondità” dei neuroni.

L'altro nucleo tematico riguarderà l'avvento delle applicazioni basate sull'Intelligenza Artificiale generativa, una tecnologia che sempre più appare come un nuovo ospite che non se ne andrà dalle nostre case, tantomeno dai nostri pensieri.

Gli argomenti trattati nei dialoghi saranno, più nello specifico: Le sfide contemporanee delle neuroscienze alla complessità del cervello; Cosa fa il cervello quando non facciamo niente; Etica e sicurezza informatica; Intelligenza artificiale generativa; Le metamorfosi della comunicazione; Educazione e neuroscienze: visioni non binarie; L’umanità del ricordo: differenze e analogie con la memoria artificiale; Il tempo non riconducibile allo spazio; Il pensiero creativo può cambiare la realtà?; Il cervello e la meccanica quantistica: due monumenti a confronto; La coscienza abita il mondo fisico; I pericoli di abdicare agli oracoli statistici.

In sintesi, il Festival delle Neuroscienze rappresenta un

presidio della scienza nel dibattito contemporaneo, volto a riportare l'attenzione sull'uomo e ricondurre l'intelligenza artificiale al rango di “efficienza artificiale”, evitando di abdicare agli oracoli statistici.

Un bilanciamento culturale che introduca un alfabeto di distinzioni alla portata di tutti, perché la memoria non venga confusa con la simulazione della memoria, il pensiero con la simulazione del pensiero critico, la coscienza con la simulazione della coscienza.

Solo una vita di esperienze, relazioni e studio può sviluppare la crescita dell'individuo e la sua capacità di pensare a soluzioni creative, apprendere e memorizzare, utilizzare in modo flessibile informazioni di ogni tipo, l'uso dell'intuizione e dei sentimenti, la capacità di pensare in maniera simbolica e capire, l'associazione con le emozioni e la spiritualità: in una parola, tutto ciò per cui vale la pena vivere e definirsi “uomini”.

“Intelligenza e creatività sono inseparabili benché non siano la stessa cosa. Tutti noi abbiamo conosciuto persone apparentemente brillanti ma aride. La creatività esige la capacità di abbracciare il futuro con le sfide e le opportunità che con esso si presentano”, commenta Rossi.