REDAZIONE AREZZO

“Il restauro ha cambiato la Madonna con Bambino”, la protesta del Comune di Cortona

L’assessore Attesti chiede spiegazioni alla Soprintendenza: “Sono stati aggiunti dettagli e operate arbitrarie ricostruzioni sul volto del Bambino e della Vergine, oltre a parti come mano, aureola, collo e vesti”

Polemiche sul restauro di "Madonna con bambino" attribuito a Bartolomeo della Gatta. A  sinistra l'opera prima dell'intervento

Polemiche sul restauro di "Madonna con bambino" attribuito a Bartolomeo della Gatta. A sinistra l'opera prima dell'intervento

Cortona (Arezzo), 14 ottobre 2023 – Un restauro che suscita polemiche: il Comune di Cortona (Arezzo), col vicesindaco e assessore alla cultura Francesco Attesti, ha scritto alla Soprintendenza una lettera per avere chiarimenti in merito al restauro del dipinto 'Madonna con Bambino’ attribuita a Bartolomeo della Gatta (1448-1502). A far dubitare sono le modalità, definite «creative e arbitrarie», con cui è stato realizzato il restauro.

L'opera si trova attualmente esposta in mostra al Fred Jones Museum, in Oklahoma (Usa), e farà rientro a Cortona il prossimo marzo 2024. Secondo quanto appurato dalle fotografie dell'esposizione americana e anche dal catalogo della mostra. Secondo il vicesindaco sono stati aggiunti dettagli e operate arbitrarie ricostruzioni sul volto del Bambino e della Vergine, oltre a parti come mano, aureola, collo e vesti.

«Le foto non lasciano dubbi sulla malsana decisione della restauratrice di aggiungere dettagli e operare arbitrarie ricostruzioni - dichiara il vicesindaco Francesco Attesti - Credo che, alla luce delle più recenti tecniche di restauro e alla luce del giudizio ormai condiviso di tutta la comunità scientifico-artistica, non siano tollerabili tali interventi. Oltretutto ciò può inficiare irrimediabilmente anche un'eventuale attribuzione definitiva dell'opera».

Il Comune di Cortona valuterà con perizia se il restauro possa configurare un danno patrimoniale, oltre che a tutelarsi per il danno d'immagine e al patrimonio storico-artistico cagionato da questo restauro.

«Al di là delle responsabilità, che spero verranno indagate e sanzionate adeguatamente dalla Soprintendenza - prosegue -, auspico che il quadro al suo rientro dagli Stati Uniti possa essere ripristinato nel suo stato originale, senza ulteriori interventi maldestri da parte di chicchessia. Mi meraviglio che l'Accademia Etrusca, avendo seguito e visionato le fasi del restauro, non abbia segnalato questa situazione, prima che l'opera partisse per gli Stati Uniti. Infine chiedo quale opera di controllo e tutela sia stata svolta dalla Soprintendenza». L'opera fu donata al Maec dalla famiglia Tommasi Aliotti e perciò la proprietà è condivisa fra il Comune e l'Accademia Etrusca