Dory D'Anzeo
Cultura e spettacoli

Myrta Merlino racconta di "Donne che sfidano la tempesta"

Sabato 19 al Circolo Artistico ci sarà anche la mamma di Luana D'Orazio, la giovane morta mentre era al lavoro

Myrta Merlino, giornalista e conduttrice

Arezzo, 18 febbraio 2022 - Storie di donne, famose o meno, tutte straordinarie. Sono le protagoniste del libro di Myrta Merlino, «Donne che sfidano la tempesta», che sarà presentato domani (sabato) alle 17,30 al Circolo Artistico, in corso Italia. A intervistare l’autrice ci saranno Andrea Scanzi e Sara Lucaroni, la serata sarà introdotta da Bruno Tommassini, anima di Prodigio Divino che ha organizzato l’evento. Tra gli ospiti ci sarà anche Emma Marrazzo, la madre di Luana D’Orazio, l’operaia 22enne morta in fabbrica la scorsa primavera.

La storia di Luana è una di quelle raccontate nel libro. Myrta Merlino, intanto quando ha trovato il tempo di scrivere? «In realtà non ci pensavo proprio. Durante il primo lockdown, quando eravamo tutti frastornati, ho deciso di aprire una casella di posta dedicata a chi era in difficoltà: nel giro di un anno scarso sono arrivate centoquarantamila mail. Quando abbiamo iniziato a selezionarle, ci siamo accorte che la maggior parte provenivano da donne, dentro c’era la voglia di raccontarsi, o anche di sfogarsi, ma il filo conduttore era questa grande forza, la capacità di rilanciare, lottare. Mi sono detta che avevo il dovere di far conoscere queste storie, il libro non potevo non scriverlo».

Qual è la cosa che l’ha colpita di più? «Abbiamo sentito dire tante volte che, con la pandemia, eravamo tutti sulla stessa barca, ma non è vero: eravamo dentro la stessa tempesta. Alcuni con barche solide, altri con le zattere e, spesso, le zattere erano quelle delle donne. Soprattutto quando si parla di lavoro: come fa una madre che deve seguire i figli in dad a essere l’impiegata di sempre? Poi ci sono le storie di sfruttamento vere e proprie. E c’è il grande tema legato alla maternità, diventato punto di debolezza e di ricatto. Infine, ci sono le vite straordinarie di donne famose, Liliana Segre, Beatrice Venezi, Ilaria Capua. Eppure, anche per loro, i problemi da affrontare sono gli stessi». C’è anche Luana D’Orazio, l’operaia morta in un orditoio «Ad Arezzo ci sarà sua madre, Emma Marrazzo. Credo che la sua storia sia il simbolo di cosa può diventare il lavoro in Italia: una trappola mortale. Luana aveva smesso di seguire il sogno di una carriera nel mondo della moda, aveva avuto un figlio a 17 anni, la maternità le ha fatto dire: ora devo essere responsabile, vado a lavorare in fabbrica. E finisce così, uccisa da un macchinario».

E gli uomini in tutto questo? «Sono contenta della presenza di Andrea Scanzi, tutti gli uomini intelligenti devono combattere questa battaglia con noi».

Come si può uscire vincenti dalla tempesta? «Naturalmente dobbiamo fare le nostre battaglie per il lavoro e per i diritti. Ma la mia ricetta è la sorellanza. Chiediamoci perché non riusciamo a fare squadra. Dobbiamo combattere insieme la nostra battaglia per avere una carriera ed essere madri, se rinunciamo alla maternità abbiamo perso il nostro miracolo. La solidarietà femminile non dovrebbe manifestarsi solo con l’amica del cuore, ma con chi non si conosce, con chi è diverso da noi. La sorellanza è un progetto, quando saremo tante nei luoghi che contano, la società cambierà».