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Paolo Ruffini è un artista poliedrico, che ha saputo spaziare tra cinema, televisione e teatro
Arezzo, 19 febbraio 2025 – È sempre tempo di Passioni Festival. La kermesse culturale aretina torna, seppur fuori stagione, con un appuntamento speciale in collaborazione con La Feltrinelli Point di Arezzo.
Giovedì 27 febbraio, alle 18 al Circolo Aurora in piazza Sant’Agostino ad Arezzo, il regista, attore e produttore Paolo Ruffini presenterà il suo ultimo libro “Benito, presente!”, edito da Baldini+Castoldi. L’incontro sarà moderato dai giornalisti Chiara Calcagno e Nicola Brandini.
Paolo Ruffini è un artista poliedrico, che ha saputo spaziare tra cinema, televisione e teatro. Livornese doc, nel 2001 ha fondato l’associazione cinematografica. Ha diretto da regista i film “Fuga di cervelli”, “Tutto molto bello”, “Ragazzaccio” e “Rido perché ti amo”.
Oltre ad essere un autore molto versatile, è stato anche conduttore di diverse edizioni del programma Colorado su Italia 1. Parallelamente ha sempre portato avanti la carriera teatrale e di scrittore, spaziando dalla prosa al varietà.
Da sempre impegnato nel sociale, soprattutto sui temi della fragilità e dell’inclusione. Si distingue in particolare per il progetto Up&Down, in cui lavora con attori disabili. Nel 2022 firma la regia del docufilm PerdutaMente, il cui lavoro ha ispirato la ricerca per “Benito, presente!”.
Con “Benito, presente!” Ruffini scrive un romanzo dalla forza gentile e sognante, una favola che attraversa la Storia per riconciliarci con un destino diverso, lasciandoci vedere cosa saremmo tutti se qualcuno ci esortasse a scegliere l’educazione all’amore non solo a scuola, ma nella vita.
Il libro
Edoardo Meucci insegna Storia in un liceo di Milano. È un uomo di quella sinistra che “ora non c’è più” (come direbbe lui), convinto antifascista, solitario, un po’ asociale, la sua vita sembra un cliché impolverato e triste, in cui il bellicoso fervore politico serve a mascherare anche la sua infelicità.
Edoardo tratta male tutti e sta antipatico a tutti: estranei, studenti, bidelle e colleghi. Quando uno studente loda alcune “cose buone” del fascismo, Edoardo perde le staffe e lo sbatte fuori. I genitori minacciano di denunciarlo e il preside lo sospende, trovandogli un posto in una scuola elementare a Predappio, il paese di Mussolini.
Qui, Edoardo non fa che replicare la stessa indole aggressiva, rivolgendosi ai bambini come fossero piccole camicie nere, facendoli piangere subito. Redarguito dalla Preside, si trova di fronte a un ultimatum: o cambia atteggiamento, lasciando la politica fuori dall’aula, o sarà radiato.
La mattina successiva c’è un temporale; quando Edoardo corre a scuola, sbatte contro il collega Luigi proprio mentre un tuono fa tremare le finestre. Non sarà solo un tuono, bensì l’innesco di uno shock spazio-temporale che li catapulterà in quella stessa scuola, ma nel 1890.
Tra gli studenti, ora, c’è proprio il piccolo Benito Mussolini. L’incontro con il duce è sconvolgente. Il piccolo Benito è un bullo, violento e anaffettivo. Tra Luigi, accanito anarco-insurrezionalista pronto all’azione, e la magica influenza di Editta, una giovane maestra che lotta contro un sistema maschilista, Edoardo sperimenterà il più atroce dei dubbi e la più rivoluzionaria delle scoperte: far fuori il futuro dittatore, o provare invece a educarlo?