Silvia Bardi
Cultura e spettacoli

"Vi racconto i miei Beatles". Intervista a Freda Kelly, la segretaria del gruppo per undici anni

Da Liverpool ha gestito il fan club ufficiale dei Beatles. Ma solo dopo quarant'anni si è decisa a raccontare la sua avventura ospite al Mix Festival in esclusiva per l'Italia

Freda Kelly segretaria dei Beatles

di SILVIA BARDI

CORTONA 29 luglio 2014 - Si chiama Freda Kelly, per undici anni è stata la segretaria dei Beatles e la responsabile a Liverpool del loro fan club. Gli anni della nascita, dell'ascesa vertiginosa del gruppo fino alla loro separazione. Poi di lei non si è saputo più nulla finché il regista Ryan White ha girato un film documentario proiettato nelle sale cinematografiche un giorno solo. E così l'atmosfera leggendaria che da sempre circonda i quattro baronetti ha avvolto anche lei, diventata una delle protagoniste del Mix Festival a Cortona (Arezzo) dove è venuta a raccontare la sua irripetibile esperienza. Difficile immaginarsela fan scatenata ora che è nonna, fa ancora la segretaria, ma con il nome del marito, e solo dopo quarant'anni accetta di parlare.

Sfatiamo subito la leggenda, è vera la storia della morte di Paul Mc Cartney?

'Certo che no,è solamente una diceria nata chissà dove e cresciuta a dismisura, la gente ha cominciato a trovare indizi e conferme ovunque, compresa la famosa foto scattata sulle strisce di Abbey Road dove Paul è a piedi nudi. Ha scatenato un grandissimo tumulto nel fan club e ricevevo così tante telefonate che alla fine alzavo e riabbassavo la cornetta senza nemmeno rispondere. Ma a un certo punto ho cominciato a cederci anch'io e sono andata a parlare con il padre di Paul ma lui mi ha rassicurata: tranquilla era qui ieri sera'

Perché racconta solo oggi la sua esperienza, dopo quarant'anni.

'Durante questi quarant'anni in tanti hanno cercato di convincermi a raccontare questa mia esperienza, ma la volevo tenere tutta per me, non volevo troppa confusione intorno. Anche mio figlio mi faceva domande, ma rispondevo velocemente, restavo vaga. Ma quando è nato mio nipote e sono andata in America sono rimasta stupita dalla reazione della gente nei miei confronti e tornata in Inghilterra mia figlia mi ha convinta per mio nipote, era giusto che lui sapesse da me chi ero stata e cosa avevo fatto in quegli anni Sessanta'.

Tra John, Paul, George e Ringo c'era un preferito?

'Come ogni teen ager una settimana preferivo uno poi l'altro, difficile decidere, ma alla fine li vedevo solo come amici. Richie Ringo era il più divertente, ballava sempre, portava tanta allegria, ma io ero alta e lui troppo piu basso, non poteva funzionare'.

Dopo lo scioglimento del gruppo c'è stata una battaglia legale sui diritti d'autore Lennon-Ono e Mc Cartney.

'Non sono mai stata coinvolta, quando discutevano delle canzoni io ero a Liverpool e se andavo allo studio di Abbey Road quando registravano nessuno poteva entrare e ci salutavamo da lontano attraverso il vetro'. Il motivo scatenante della fine dei Beatles c'entra niente Yoko Ono?

'Non c'è stata una sola causa scatenante della loro separazione. Hanno iniziato che erano ragazzini poi sono cresciuti, hanno girato il mondo chiusi negli alberghi, costretti a vivere sempre insieme, ma ognuno si era fatto una famiglia, era naturale che succedesse'

Hanno veramente fumato uno spinello nel bagno di Buckingham Palace prima di essee nominati baronetti?

'Questo non lo so.

Come funzionava un fan club dei Beatles, come lo gestiva?

'Ho iniziato dopo che la precedente ragazza, una fan più sfegatata di me, ha lasciato quando è uscito il secondo album dei Beatles. Ho cominciato imitandola e poi ho preso il suo posto, ero una fan, avevo solo 17 anni e non avevo mai gestito un fan club, ho imparato lavorando. Mi arrivavano lettere di fan che volevano sapere il cibo, il colore, l'auto preferita dai Beatles, per rispondere più velocemente feci compilare ai ragazzi un questionario per uno e quando arrivavano queste richieste spedivo direttamente le loro risposte. Quando poi hanno cominciato a chiedere ciocche di capelli me le sono fatte mettere da parte dal loro barbiere. Mi avranno sicuramente presa per matta. Alla fine chiedevo pezzi di vestiti ed effetti personali direttamente alle loro famiglie'.

Hanno mai avuto paura dei loro ammiratori?

'No, sapevano come evitarli, come uscire di casa senza essere sopraffatti da centinaia ragazzine urlanti, c'erano i roads man che li proteggevano. Paura l'hanno avuta in America quando John la sua famiglia sono stati minacciati dal Klu Klux Klan, volevano interrompere il tour in America. La seconda volta è successo a Manila nelle Filippine sotto il governo Marcos e se ne sono andati via velocemente'. Un aggettivo per ognuno dei quattro? 'Ringo quello più vivace, sempre felice, giocherellone. George più controllato, razionale dall'humour freddo da una battuta sola. Paul buono con tutti, potevi sempre contare su di lui. John... amo john perché lo capivi subito, leggevi il suo stato d'animo, era quello che vedevi, non nascondeva niente di se stesso'.

Come avete vissuto la morte di Brian Epstein?

'È stato uno choc, per tutti. Non sapevamo dove saremmo finiti. Brian era la colla che teneva insieme il gruppo. Paul ha cercato di colmare quel vuoto con il lavoro ed è uscito l'album Magical Mystery, è stato determinante, è riuscito a farli andare avanti'.

Il ricordo più bello?

'Ci sono stati tantissimi bei momenti, difficile sceglierne uno solo, ma mi sono commossa quando Liverpool ha onorato i suoi Beatles, quella era la città piu importante per loro, lì era iniziato tutto'.

Cosa ha fatto dopo?

'Ero incinta di mia figlia, soni rimasta a casa, poi quando ha cominciato ad andare a scuola ho lavorato in una fattoria e quando i miei due figli sono diventati grandi sono tornata a studiare al college, ero rimasta alla macchina per scrivere ma erano arrivati i computer. Ora lavoro per uno studio associato di avvocati e negli ultimi 15 anni per il dipartimento di salute mentale'.

Solo dopo il film ci siamo ricordati che Freda Kelly era la segretaria dei Beatles, era stata dimenticata?

'Da sposata ho cambiato nome, ho preso quello di mio marito, sono andata via da Liverpool e nessuno ha mai saputo chi fossi, neanche nel mio ufficio, solo quelli che hanno visto il film. Ho anche cambiato tinta dei capelli. Non mi piace essere al centro dell'attenzione'.

La fan più pazza?

'Una ragazza scappata di casa, venuta a casa mia dove è rimasta per una settimana. Poi l'ho accompagnata alla stazione e caricata personalmente sul treno per accettarmi che se ne tornasse a casa'.

Si dice che la canzone Love me do che apre il suo documentario scalò le classifiche perché tutte le copie vennero comprate da Brian Epstein, leggenda anche questa?

'Non ci credo, rimase in classifica una settimana al diciassettesimo posto. Io, le mie amiche e tutte le fan comprammo il disco anche se non avevamo il giradischi per ascoltarlo, volevamo che i Beatles diventassero famosi'.

Silvia Bardi