Su proposta dell’assessore Alberto Merelli, il Consiglio Comunale ha discusso il procedimento di ammissione di Estra al mercato azionario per una parte del suo capitale sociale.
“Il Consiglio Comunale – ha precisato Merelli – non è tenuto ad autorizzare in via diretta la quotazione di Estra spa sul mercato regolamentato in quanto l’operazione rientra nella disponibilità della società. Il Consiglio Comunale può invece dare alcuni indirizzi al legale rappresentante di Coingas quando sarà chiamato a esprimere il suo parere nelle competenti sedi di Estra. Tale parere potrà essere positivo qualora l’intera operazione segua alcuni principi essenziali: la procedura di quotazione alla borsa italiana dovrà avvenire garantendo la parità di tutti gli aspiranti soci, un processo di sviluppo strategico-industriale di Estra e dei servizi che offre, il mantenimento del 51% a favore degli attuali soci pubblici, l’adozione di specifici patti parasociali da stipularsi tra Coingas, Intesa, Consiag finalizzati a stabilizzare l’assetto proprietario di Estra e le condizioni di un efficace esercizio dei poteri di direzione e coordinamento della parte pubblica. Tali patti parasociali, da stipulare prima della quotazione in borsa, dovranno rispondere a precise linee guida: tutte le azioni di Estra possedute da Coingas, Intesa e Consiag dovranno essere oggetto di sindacato pattizio così come le decisioni rispetto alle quali, nella nuova Estra quotata nel mercato azionario, sia necessario individuare un voto unitario. Nei patti dovrà rientrare l’individuazione dei poteri riservati al presidente del cda, all’amministratore delegato, al direttore generale e delle maggioranze statutarie richieste per l’assunzione delle decisioni sulle materie di competenza del consiglio di amministrazione. Alla giunta comunale e al cda di Coingas spetta un preciso mandato: verificare, una volta formalizzati gli schemi dei patti parasociali, che le clausole garantiscano un’adeguata rappresentatività ai Comuni dell’area aretina e al Comune di Arezzo in particolare”.
Il presidente di Estra, Francesco Macrì, ha ricordato che dalla sua nascita nel 2010, “l'azienda si è posizionata fra le prime 10 del mercato e non è solo gas. Noi riteniamo che deve continuare a crescere e consolidarsi. I vari interventi legislativi stanno comportando una riduzione degli operatori del gas, arriveremo a una cinquantina al massimo, dagli oltre 300 di ora. Questo ci fa capire che la posizione attuale è già un risultato importante che vogliamo comunque migliorare con adeguati investimenti. Estra inoltre ha la necessità di consolidare il gruppo, siamo già nelle Marche, Abruzzo, Molise, Umbria. Non passa giorno che Estra non sia contattata da società più piccole che chiedono di aggregarsi per affrontare nuove sfide. Tutto questo necessita di risorse e lo strumento meno impattante, a livello di onerosità, è la quotazione in borsa. Oggi il Comune percepisce circa 900.000 euro da Estra, una quota che è destinata a diminuire ma che contiamo di recuperare con la compensazione dei maggiori dividendi. Questo tipo di quotazione non è un'operazione al buio, ci saranno delle fasi intermedie che ci faranno capire la sua bontà o meno e anche il suo eventuale rinvio. Non sarà inoltre una privatizzazione, entrano investitori privati ma questo comporta un maggiore monitoraggio della società e una ventata di trasparenza”.
Paolo Bertini ha condiviso questo processo e ribadita la necessità di rimuovere ogni vincolo che lo limiti: “l'accesso in borsa renderà necessario un ulteriore passaggio: l'efficienza e quindi manager in grado di sostenerla. Il nuovo cda di Estra dovrà essere dotato degli strumenti corretti e giusti per operare, anche in termini di qualifiche professionali”.
Luca Stella: “l'esigenza che è venuta fuori già in commissione è quella di essere informati dei vari step. Chiedo perciò con un emendamento che il management della società informi, almeno trimestralmente, la competente commissione consiliare sulle operazioni in corso”.
Luciano Ralli: “mi sarei aspettato interventi dei gruppi consiliari più legati alla territorialità delle aziende e dei critici verso i 'carrozzoni del centrosinistra'. Quando abbiamo investito su certi asset, ricordo che il gas è arrivato ad Arezzo prima che a Milano, evidentemente era la direzione giusta. Oggi qualcosa perdiamo. I Comuni, rispetto alla dimensione che avrà questa azienda, conteranno sempre meno. Certo, non siamo contrari a questa scelta ma quando entriamo in certi processi, uno dei problemi riguarda proprio il seguirli adeguatamente. Servono competenze tecniche e visione politica. Qualche rischio sul controllo democratico c'è per cui occorre consapevolezza”.
La delibera, così come modificata dall'emendamento Stella, è stata approvata con 20 voti favorevoli all'unanimità.