Salvatore Mannino
Economia

Redditi, la terra di mezzo: la cifra più alta a Talla, secondo il capoluogo

La quota più alta supera i ventunomila euro, la più bassa è a Sestino, poco sopra i tredicimila. Siena, Firenze e Perugia viaggiano a livelli maggiori. Calo rispetto all'anno prima

Sono stati resi pubblici i redditi relativi al 2015

Sono stati resi pubblici i redditi relativi al 2015

Arezzo, 31 marzo 2019 - Trasferiamoci tutti a Talla. Non solo c’è l’aria buona del Pratomagno, non solo è il paese natale di Guido Monaco, ma è anche il comune col reddito più alto della provincia: l’unico che sfonda quota 21 mila euro (21.750 per la precisione). Non ci credete, siete ancora convinti della leggenda secondo la quale Talla era zona depressa? E’ parola dei dati ufficiali del ministero dell’economia, sfornati proprio in questi giorni e rielaborati da alcuni centri di ricerca indipendenti. La sorpresa è del resto temperata dal fatto che ovunque l’hinterland vince sulle metropoli, la provincia sui capoluoghi.

Il Comune più ricco d’Italia, ad esempio, non è nè Milano, capitale economica, nè Bolzano o Belluno, capitali del benessere, ma Basiglio, sconosciuta periferia milanese che beneficia di essere diventato il luogo di residenza di alcuni ricchi e famosi in fuga dallo smog milanese. E a Lajatico, la patria di Andrea Bocelli, si sta assai meglio che a Pisa, la città di riferimento, proprio perchè il reddito astronomico del cantante si spalma anche sulla media degli altri.

Il capoluogo, Arezzo, deve accontentarsi del secondo posto provinciale, con 20.390 euro. E’, con Talla ovviamente, il solo comune del territorio che sfondi quota 20 mila, ma nella graduatoria toscana occupa una mediocre posizione di centroclassifica, superato non solo da Siena (che con 24 mila euro è il capoluogo col maggior reddito della regione, ma anche da Firenze, Lucca, Pisa e Livorno, tutti sopra i 21 mila euro.

Va considerato che si tratta dei numeri delle denunce dei redditi e che gli aretini, si sa, possono contare su un cospicuo sommerso (forse meno che in passato), il tesoretto che nasce dall’oro che sfugge alla dichiarazioni fiscali. Probabile, dunque, che i dati reali vadano ritoccati verso l’alto, ma per calcolarlo ci vorrebbe il Censis, specializzato nel valutare l’Italia del nero.

La cartina elaborata da Twig, con il celeste che diventa blu sempre più intenso, via via che sale la ricchezza dichiarata al fisco, dà conto di quello che chiunque conosca la geografia economica aretina sa da sempre. Dopo il capoluogo, la zona più ricca è quella del Valdarno, con comuni intorno ai 19 mila euro un po’ dappertutto. Casentino e Valtiberina, invece, a parte le zone più rurali e periferiche, superano la Valdichiana: 18-19 mila euro lì, 16-17 mila euro fra Cortona e Castiglion Fiorentino, Foiano e Monte San Savino.

La Valtiberina, in particolare, è la zona dei maggiori contrasti socioeconomico: relativamente ricca la fascia di Sansepolcro e Pieve Santo Stefano, depressa quella appenninica di Badia Tedalda e Sestino, che con 14 mila e 13.800 euro dichiarati in media sono i due comuni più poveri dell’intera provincia.

La stessa dicotomia che si ripete, ma con differenze meno eclatanti, anche in Casentino, dove la differenza fra il centro più ricco, Bibbiena con 18.711 euro, e quello più povero, Montemignaio (14 mila spiccioli) è intorno ai 4 mila euro. Ps. Persino Perugia, tradizionale cugina e rivale di fuori regione, supera il capoluogo Arezzo, sia pure di poche centinaia di euro: 20.891. Quando si dice gli scherzi del campanile.