ALBERTO PIERINI
Economia

"Mi arrendo, chiudo la libreria". Covid e bollette: vetrina al tramonto

Brunetti all’ultimo giorno di apertura. "Una grande amarezza, la concorrenza e la crisi sono state più forti". Dopo 15 anni deve ripartire da zero. "E’ stata una bella avventura". Nello spazio forse la Mondadori riaprirà

Angelo Brunetti

Angelo Brunetti

Arezzo, 15 marzo 2023 - "Non ce l’ho fatta: è stata una bella avventura, in un mondo che adoro, quello dei libri. Ma sta finendo". Oggi è il suo ultimo giorno dietro la vetrina della Mondadori: e Angelo Brunetti è costretto a cambiare pagina. Ma stavolta non è per continuare a seguire il filo di un racconto ma per ripartire da zero. "Mi devo arrendere: prima la pandemia, poi la crisi e la guerra e infine la concorrenza sono state più forti di me". Da buon innamorato dei libri dà del tu ai suoi limiti, senza paure.

Stasera spegnerà per l’ultima volta la vetrina, da domani deve reinventarsi e forse è la cosa che lo preoccupa di più. E lancia perfino un appello dalle colonne del nostro giornale. "Sì, lancio un appello ai vostri lettori, per un commiato degno di questo nome e per un eventuale lavoro". Il commiato è felice di scandirlo raccontando cosa gli è successo, nello stile di chi si perde tra le pagine.

"Lavoravo nella libreria nel Corso, poi ho deciso di fare il salto, gestire uno spazio tutto mio". Un salto non facile, il passaggio in via Roma, davanti ai Portici, in uno dei salotti più pregiati della città. "Il tempo di cominciare e siamo scivolati nel lockdown". Era il 2020, lo scherzo del destino o forse il colpo di scena di uno degli scrittori che ama.

Come tanti colleghi si è ritrovato a tentare di rimanere a galla: le librerie sono state tra le prime a ripartire ma in giro la gente non c’era. E’ arrivato alle consegne, alla spedizione a casa. "Ma intanto la Mondadori puntava sulle vendite on line scontate: lo capisco ma si chiudeva un altro spiraglio". Dalla pandemia è ripartito, a ruota la guerra e le bollette alle stelle. "Triplicate in pochi mesi, un altro colpo pesante". Ma il più doloroso glielo avrebbe riservato la vita. "Ho perso mia madre, è stata malissimo ed è precipitata a dicembre, nella stagione dove un settore come il nostro vola. Ma non ho avuto dubbi, ho mantenuto i turni e per il resto ho scelto lei".

Gli affari in calo, la ripresa lontana, la decisione di dire stop, in accordo con la casa madre, la Mondadori. Gruppo che dovrebbe riaprire nello stesso spazio e con un altro titolare. "Ci sono tante attività storiche che in centro hanno chiuso i battenti, regge solo la ristorazione. E intorno c’è un quadrilatero di librerie, in genere con vari dipendenti e più forti di me". Una cliente gli porge un volume, fa uno dei suoi ultimi pacchetti.

"Sono in questo settore da 15 anni. Vivo a Chianciano e faccio il pendolare: ma non mi pesava, in treno ho letto Simenon, Némirovsky, il mio Stephen King". E in effetti il suo scrittore preferito affolla ancora la vetrina. Forse sarà l’ultimo che toglierà prima di spegnerla.