Arezzo, 13 maggio 2023 – Se uno volesse mettere insieme tutto l’oro estratto dall’antichità a oggi ne ricaverebbe un cubo di appena ventuno metri di lato: un palazzo a sette piani rispetto a un pianeta che ha una circonferenza di oltre 40mila chilometri. Per quattro giorni Arezzo sarà al centro del mondo grazie alla sua vocazione per l’oro, il metallo talmente raro da essere da sempre un apprezzato misuratore di valore: nel distretto più importante d’Europa per la lavorazione dei gioielli si faranno affari milionari ma si volgerà anche lo sguardo al futuro, soprattutto al tema del ricambio generazionale e della sostenibilità ambientale e sociale della filiera orafa.
Inizia stamani e va avanti fino a martedì Oro Arezzo, la fiera che mette insieme il meglio della produzione orafa e della gioielliera Made in Italy nella prima provincia italiana per export di preziosi con 3,2 miliardi di euro: la crescita sul 2021 si attesta al 19%.
Dal punto di vista degli scambi l’obiettivo è mettersi definitivamente alle spalle il periodo del Covid che ha provato le oltre 1100 aziende aretine e fatto sospendere per due anni la fiera. Saranno più di 350 le aziende che espongono e oltre 400 i buyer ospitati, provenienti da 55 Paesi stranieri. Con art director Beppe Sugar Angiolini, uno dei grandi nomi della moda internazionale, ci sarà anche la vetrina delle creazioni in concorso con Première, quest’anno dedicato al tema della luce e aperto per la prima volta agli studenti delle scuole orafe con la categoria Talents. Un segno di attenzione ai più giovani, in un settore che, come altri, guarda con preoccupazione al ricambio generazionale in un momento in cui molte aziende cercano lavoratori senza riuscire a trovarli.
Attrarre i giovani talenti, avvicinare le nuove generazioni e far conoscere loro le tante opportunità offerte dal settore orafo: è uno degli obiettivi che la fiera, organizzata da Italian Exhibition Group, si pone. Secondo una recente mappatura condotta a livello nazionale da Federorafi, il numero di nuovi occupati richiesto dalle aziende orafe per affrontare il ricambio generazionale nei prossimi 5 anni si avvicina al 10% del totale della forza lavoro attuale. Un problema urgente, a cui far fronte con un’azione di sistema, a partire dalla formazione.
A Oro Arezzo si parlerà anche delle opportunità derivanti dall’adesione dell’Italia alla Convenzione di Vienna sui metalli preziosi che prevede che i gioielli, tramite i controlli e le punzonature negli uffici del saggio delle Camere di commercio, potranno essere immessi sui mercati di 21 Paesi senza ulteriori verifiche nello Stato di destinazione. Altri focus saranno dedicati all’impegno per la sostenibilità ambientale e sociale in oreficeria, a partire dalla materia prima: innovazione è anche realizzare prodotti nel rispetto dell’ambiente e della salute dell’uomo. Spazio anche alle opportunità offerte dal digitale e dai social che hanno cambiato l’esperienza di acquisto dei preziosi, non ci sono solo le gioiellerie, ci sono anche gli store online.
Il futuro sembra ancora tutto d’oro.