ALBERTO PIERINI
Economia

Fimer: ore 8, riaprono i cancelli. Per una settimana tutti presenti, "ma siamo molto preoccupati"

"Nessuno è contento davvero, troppi misteri: rientriamo ma non sappiamo il nostro futuro". Mariarosa Sacchetti dà voce allo stato d’animo generale. "Prima cosa rassicurare i clienti"

Riaprono stamani alle 8 i cancelli della Fimer

Riaprono stamani alle 8 i cancelli della Fimer

Arezzo, 3 luglio 2023 - "Non lo nascondo, siamo molto preoccupati". Mariarosa Sacchetti aveva dato voce all’inizio della bufera Fimer all’angoscia e un po’ alla rabbia di chi si vedeva scivolare di mano il lavoro senza neanche sapere perché. E oggi lo stato d’animo non è in fondo molto cambiato. Ma è pronta a mettere la sveglia sulle 7 di stamani: perché alle 8 riaprono i cancelli. Riaprono dopo oltre un mese e soprattutto riaprono per tutti e non solo per chi doveva fare il suo turno al presidio.

"C’è un alone di mistero che non tiene tranquilli né me né i miei colleghi". In testa il marito, Alessandro Rossi: coppia nella vita e coppia nel lavoro, essendo entrambi dipendenti Fimer da oltre trent’anni. Non hanno altre ancore di sicurezza e continuano a non cercarle, perché continuano a scommettere su quei cancelli. Che stamani riaprono. "Io lavoro al service assistenza clienti: e la priorità sarà quella di rassicurarli. E’ chiaro che le notizie di questi ultimi mesi avranno scosso anche loro e quindi si tratta di ricostruire una fiducia". Forse anche andando oltre la fiducia che ciascuno di loro sente dentro, che per ora è davvero poca.

Il loro scenario, che vorrebbero tornasse nell’arco degli anni, dura una settimana. La settimana che li divide dal 10 luglio. E’ la data alla quale il Cda è tenuto a presentare una prima relazione. Perché è vero che il termine concesso per la definizione del concordato preventivo scade il 21 agosto. Ma ci sono gradini intermedi e ci sono commissari chiamati a verificare cosa succede. La linea rossa da non superare, nelle trattative continue di questi giorni, era quella del pagamento dello stipendio di giugno. Uno stipendio maturato a maggio e del quale non c’è traccia. Ma hanno deciso tutti insieme di non impuntarsi. Per ora. "Verificheremo il 10 luglio anche se sarà stato fatto il pagamento, le promesse ci sono state, vediamo se saranno mantenute".

Se non altro hanno una certezza: per ora rientreranno tutti. Stamani i 280 dipendenti si rimetteranno all’opera su quello che sanno fare bene e che ha reso il marchio famoso in tutto il mondo: la realizzazione degli inverter legati all’energia solare. "Almeno per una settimana rientriamo tutti a prescindere: il prossimo lunedì vedremo cosa sarà successo".

I dubbi sono i soliti. Il materiale sarà sufficiente a far ripartire in pieno l’attività, come la proprietà vuole dimostrare al tribunale e ai commissari? E per quanto tempo? E il rapporto con i fornitori, anche loro in attesa dei pagamenti, come sarà conservato?

Dubbi operativi che almeno per un giorno sostituiscono quelli più ingombranti. Uno su tutti: ci sarà alla fine un nome certo di un investitore davvero in grado di rilevare l’azienda nel suo complesso e di garantirle un futuro? Il Cda ha ottenuto 60 giorni per dimostrarlo una volta per tutte. Ma dopo Ferragosto il tempo sarà definitivamente scaduto. Stamani si è esaurito l’ultimo turno di guardia. Per trentadue notti i cancelli si sono aperti alla mezzanotte solo per chi doveva garantire il presidio. Da oggi riaprono per far ripartire la fabbrica. Ma fino a quando?