Arezzo, 4 ottobre 2022 - Quale futuro per la razza chianina nel suo territorio di provenienza? L’argomento è stato discusso a Ponte Presale di Sestino in occasione della mostra nazionale dei bovini di questa pregiata razza, dai quali si ottiene una carne famosa ovunque per la sua qualità. Gli allevatori locali hanno tracciato in quadro della situazione: “La siccità e la presenza dei lupi si sono sommate in ultimo alle oggettive problematiche del nostro ambito montano – ha detto Gloria Datti - ma guerra e aumento dei costi hanno paralizzato il mercato e abbiamo la necessità di vendere i vitelli prima che tornino negli allevamenti per il periodo invernale”. Anche Marcello Polverini di Sansepolcro, altro operatore ed esponente di Cia, ha evidenziato i forti dubbi che hanno accompagnato l’asta di Ponte Presale: “Tanta partecipazione – ha detto – ma alla fine un calo di quasi il 40% sul prezzo di vendita del capo bovino, il che non è un buon segnale per le aziende”. “Abbiamo fortemente voluto questo momento di confronto – ha detto il direttore provinciale di Coldiretti Arezzo, Raffaello Betti, durante il suo intervento – per analizzare insieme le grandi difficoltà nel fare impresa e in questo caso l’allevamento nelle aree montane e marginali. Il convegno che abbiamo promosso ha avuto proprio lo scopo di disegnare prospettive future per un settore di grande pregio della nostra provincia e risorsa numero uno del territorio, oltre a rappresentare un punto cardine dell’agroalimentare, interprete di distintività e cibo vero”. Si è quindi convenuto di dare rilancio alla carne chianina per garantire la sopravvivenza delle aziende del territorio.
EconomiaMomento difficile anche per la Chianina: gli allevatori non vendono i vitelli