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“Più ore significano meno cassa”. Russo: “L’export di oro e moda ancora un traino importante”

La segretaria generale della Cisl: “Non cerchiamo laureati, anche per questo gli stipendi sono bassi. A mio avviso c’è tanto lavoro in generale, ma c’è anche tanto nero. Servirebbero maggiori controlli”

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Un operaio al lavoro (foto di repertorio)

Arezzo, 9 settembre 2024 – “Nella moda gli stipendi più alti, nel terzo settore quelli più bassi. Il fatto che ad Arezzo lavoriamo di più è una cosa positiva: abbiamo avuto meno bisogno di ammortizzatori sociali”. A dirlo è la segretaria generale della Cisl, Silvia Russo, commentando i dati della Cgia di Mestre. “Non cerchiamo laureati, anche per questo gli stipendi sono bassi”.

Russo, perché ad Arezzo lavoriamo 10 in più rispetto alla media Toscana?

“È una cosa positiva: perchè vuol dire che funziona meglio il manifatturiero e ha avuto meno bisogno di ammortizzatori sociali. Rispetto al panorama regionale, il nostro manifatturiero è quello che ha accusato meno la crisi. C’è da dire che noi, ad Arezzo, abbiamo la carta vincente dell’export nel settore orafo e della moda che rappresentano un traino importante”.

Il fatto che risulti che si lavora di più, significa che c’è meno lavoro al nero?

“Non ci giurerei. A mio avviso c’è tanto lavoro in generale, ma c’è anche tanto nero. Ci sono settori che dovrebbero essere controllati meglio, a partire dall’edilizia, ma anche la piccolissima industria dove qualche verifica in più andrebbe fatta”.

C’è però da dire che gli stipendi sono sotto la media regionale…

“Sì, anche se meno che in altri territori della regione. Questo perché nel nostro territorio si fanno meno accordi di secondo livello. In agricoltura stiamo suggerendo accordi territoriali visto che ci sono le premesse per farlo. L’agroalimentare è un settore che tiene per cui la questione potrebbe avere sviluppi, ma andrebbero convinti i datori di lavoro. Comunque in alcune aziende, come Prada, Valentino e Del Verde,c’è una contrattazione di secondo livello che migliora le condizioni”.

Ad Arezzo i datori cercano poco i laureati, anche questo abbassa gli stipendi?

“Arezzo è la provincia che impiega meno laureati in Toscana. Vero che il lavoro richiede personale diplomato e magari non laureato ma non possiamo ripeterci “dobbiamo farcene una ragione perché l’economia va in questa direzione”. No, la politica deve farsi carico per aumentare la qualità del lavoro: magari dobbiamo far sviluppare nel territorio lauree che servono al territorio”.

Dove sono gli stipendi più alti?

“Moda, tessile, metalmeccanica e pubblico (non tenuto in considerazione dalla classifica della Cgia, nda). E i settori poi dove ci sono quei profili più specializzati come, ingegneri e manager”.

E quelli più bassi?

“Terzo settore, vigilanza notturna e servizi alla persona. Si tratta di contratti che implicano un part time involontario, che non si vorrebbe. E infatti il problema non è il minimo salariale ma aumentare il monte ore. Allora, in quel modo ha senso anche un salario minimo”.

L.A.