Arezzo, 02 agosto 2022 - In un pianeta sconvolto dai cambiamenti climatici, l’aumento vertiginoso delle temperature è una delle conseguenze più lampanti che porta con se’ il grave problema della siccità. Inconveniente per tutti i cittadini ma difficoltà ben più allarmante per il settore agricolo, una delle colonne portanti dell’economia del Valdarno. L’estate anticipata e particolarmente torrida è uno dei tanti campanelli d’allarme dell’insofferenza del pianeta e testimonia di quanto sia urgente adottare politiche di salvaguardia ambientale e tutela delle risorse. Pur essendo una grande sfida, la situazione delle colture in Valdarno non è così critica ma i produttori stanno già correndo ai ripari per quella che si prospetta essere, purtroppo, un’emergenza destinata a ripresentarsi ogni anno. Parla Alberto Fattorini, responsabile Coldiretti area Valdarno.
“A causa dei cambiamenti climatici non c’è più una ciclicità stagionale regolare e questo sta emergendo sempre più spesso nel corso degli anni. La conseguenza più importante per il nostro settore sono i problemi di siccità. Ci sono delle grosse preoccupazioni perché non sta piovendo ma ancora non tutto il raccolto è compromesso. Se nei prossimi dieci giorni dovesse piovere potremmo salvare gran parte dei raccolti altrimenti la situazione potrebbe essere molto preoccupante. Ogni settore sta gestendo l’emergenza in base alle possibilità: se l’area ortoflorovivaista puo’ ricorrere a un’irrigazione di soccorso, per i capisaldi del nostro territorio come la viticoltura e olivicoltura la situazione è ben più complicata. Le piogge delle prime settimane di luglio sono state un toccasana e siamo cautamente speranzosi sul futuro dei raccolti. Ci troviamo al limite dell’emergenza ma se dovesse piovere dovremmo riuscire a contenere i danni.” Le conseguenze della siccità non sono circoscritte a notevoli problematiche di produzione ma avranno una diretta conseguenza sulla vendita e sui costi dei prodotti.
“Il problema della siccità si sta ripetendo sempre più spesso nel corso del tempo anche se quest’anno è ancora più urgente. I settori che ne hanno la possibilità potranno fare un’irrigazione di soccorso ma anche ciò ha le sue problematiche perché determinerà un aumento dei costi di produzione. Problematici sono anche gli allevamenti zootecnici in cui stanno utilizzando irrigazioni di soccorso per idratare gli animali che stanno soffrendo particolarmente questo caldo. Nei settori in cui non è possibile ricorrere a un tipo di irrigazione alternativa potrebbe verificarsi una riduzione della produzione. Le piante sono in stress idrico ma ancora non siamo in una fase critica, abbiamo ancora la speranza che piova.” Seppur cautamente, gli agricoltori si dicono ottimisti sul futuro del raccolto ma la siccità di quest’anno rappresenta sicuramente un segnale che non deve essere ignorato. Risulta così necessario ideare nuovi tipi di irrigazione e una ridistribuzione delle risorse tale da fronteggiare le possibili siccità dei prossimi anni. “Tramite consorzi di bonifica stiamo cercando soluzioni per immagazzinare e gestire le risorse idriche da utilizzare in momenti critici. Possibili alternative potrebbero essere bacini di raccolta o laghetti artificiali anche se questo causerebbe un aumento dei costi di produzione. Ogni estate dobbiamo fronteggiare la carenza di acqua ma quest’anno la siccità è particolarmente invalidante, simile a quella del 2003. Grazie a questi avvertimenti che l’ambiente ci sta inviando, lavoreremo in modo da essere pronti a fronteggiare future emergenze.”