SILVIA BARDI
Arezzo

Negrita, pienone all'Artistico: "Forse torneremo presto con il concerto"

La band accolta da centinaia di fans sul Corso. "Non escludiamo di aggiungere Arezzo alle cinquanta tappe del tour". Botta e risposta e i brani in acustico

I Negrita al Circolo Artistico

Arezzo, 7 marzo 2019 - «Ciao Arezzo, alò! È una responsabilità essere qui, è emozionante e non è escluso, se le esigenze combaceranno, di aggiungere una tappa del nostro tour anche ad Arezzo. Intanto partiamo con cinquanta date che ci vedranno in teatri, centri storici, anfiteatri in tutta Italia fino all’autunno. Siamo pronti a festeggiare i 25 anni di carriera ma anche i 26».

I Negrita stanno bene anzi benissimo e chiudono il loro «Instore» per presentare il doppio album della loro storia musicale proprio ad Arezzo al Circolo Artistico con Vieri Dischi. Durante le prove fanno accendere tutti i lampadari a goccia mentre in fondo alla sala strapiena carabinieri e polizia garantiscono il servizio d’ordine. Intervistati dal giornalista Luca Garrò raccontano come è «tornare a casa» dopo 25 anni.

«Quando abbiamo cominciato con Lucio Malvestiti, qui in sala, che ci ha dato una mano - ricorda Pau - Arezzo era una città piccola, rischiava di essere limitante, abbiamo esportato la nostra musica nelle province limitrofe, avevamo amore e odio per questo luogo natale, che sta stretto ma lo adori. Con il primo album del 1994 abbiamo girato l’Italia e la capitale della musica era Milano, pensavamo di trasferirci. Ma perché buttarci in una metropoli che non ci somigliava? E siamo rimasti».

E proprio la vita di tutti giorni, i viaggi, i legami affettivi, sono tutti raccontati nelle canzoni di questi 25 anni. «Abbiamo girato il mondo in tutte le latitudini - spiega Drigo - imparato tante cose, e quello che viviamo finisce nelle nostre canzoni. Ma quando torni e rientri ad Arezzo ti rendi conto di essere stato veramente fortunato, viviamo una regione straordinaria che tutti ci invidiano tra arte e cultura, Arezzo è veramente una bellissima città in cui vivere».

Ma è Pau a rendere amara la «caramella» di Drigo e attacca: «Arezzo è piegata su se stessa, dobbiamo pensare al futuro, vorrei che i ragazzi avessero delle chance, non c’è solo la conservazione del passato ma anche guardare avanti. Se ci apriamo abbiano solo da guadagnarci».

Ed eccoci alla canzone di Sanremo e alle critiche tra troppo pop e poco rock : «I fan ci criticano che siamo troppo pop o leggeri, c’è chi vuole sentire chitarre ad alto volume e distorte ma noi siamo sempre noi stessi e vogliamo raccontare chi siamo. La canzone di Sanremo va ascoltata più volte, ha una melodia anni Novanta e un testo che parla di oggi, di quello che vediamo.

Ci hanno dato dei buonisti, dei comunisti ma noi gridiamo: non mi va». E poi i Negrita suonano I ragazzi stanno bene, Magnolia, Mama Maè, Gioia infinita. Il pubblico chiede autografi, duecento i dischi venduti per questo appuntamento, fa la fila e fa domande. Come vi immaginate tra altri 25 anni? «Con l’artrite».