MARCO CORSI
Politica

Casa della Comunità. Il centrosinistra di San Giovanni. “Un percorso che parte da lontano"

"La pandemia ha fatto emergere molte delle debolezze del nostro sistema sanitario e, in particolare, sono emerse le difficoltà a livello delle cure primarie", ha spiegato la maggioranza.

Il gruppo di centro sinistra

Arezzo, 19 luglio 2022 - “La Casa della Comunità che sorgerà a San Giovanni è un luogo fisico di prossimità, vicino alle persone, alle scuole, alle associazioni, sarà di facile individuazione perché è il luogo dove la comunità può accedere per entrare in contatto con il sistema di assistenza sanitaria, sociosanitaria e sociale”. Questa la posizione del gruppo centro sinistra per San Giovanni sul nuovo presidio sanitario di prossimità presentato questa mattina dal sindaco Valentina Vadi. La maggioranza ha ricordato che all’interno della struttura sarà presente il punto unico di accesso alle prestazioni sanitarie, un luogo fisico in cui opererà un team multidisciplinare di medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici specialistici, infermieri di comunità, altri professionisti della salute e anche assistenti sociali. “Sarà il punto di riferimento continuativo per la popolazione con un punto prelievi, la strumentazione polispecialistica, la telemedicina, tutto quello che serve a garantire la presa in carico della nostra comunità – ha spiegato il capogruppo Alberto Marziali – È passato un decennio da quando la Regione Toscana ha istituito le Case della Salute, ora è arrivato il momento di avvicinarsi ancora di più alle persone. La pandemia ha fatto emergere molte delle debolezze del nostro sistema sanitario e, in particolare, sono emerse le difficoltà a livello delle cure primarie. C’è voluto uno sforzo enorme per intercettare i bisogni della popolazione nella fase pandemica e non sempre il sistema sanitario c’è riuscito”. Il centro sinistra sangiovannese ha ricordato i primi momenti dell’emergenza sanitaria, quando è emerso che nel territorio mancava una rete prossima al cittadino e la gente finiva per bloccare direttamente gli ospedali.

“Queste riflessioni insieme ad altre analisi, il nostro gruppo, insieme al dottor Dimauro e al sindaco Valentina Vadi, le inserì nero su bianco in un documento, nel momento più buio della pandemia – ha ricordato Marziali – Il documento fu allegato ad una mozione, emendata e accolta a maggioranza del consiglio comunale. Si diceva chiaramente come fossero necessari servizi di cure primarie e di prevenzione, servizi che svolgessero un ruolo di filtro e di assistenza primaria, in tutte le situazioni, non solo nelle pandemie. C’è voluto il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per accogliere queste nostre intuizioni e per riconoscere la necessità di rafforzare la nostra sanità e in particolare il sistema delle cure primarie dei servizi territoriali – ha concluso Marziali – Il PNRR mette a disposizione un discreto numero di risorse, 7 miliardi per sviluppare le cure primarie e in particolare la parte riguardante le Case della Comunità. L’obiettivo è la presa in carico della persona”.