Dory d'Anzeo
Politica

Elezioni, Donati l'ago della bilancia: «Che fare del nostro 9%? Ora decideremo insieme»

L'ex deputato: «Riunirò i miei sostenitori per decidere il da farsi, intanto mi godo il fatto che mai nessun civico era arrivato a tanto, almeno due consiglieri»

Marco Donati

Marco Donati

Arezzo, 23 settembre 2020 - Si presentava da solo, Marco Donati, senza nessun ‘cappello’ politico – nonostante la lunga esperienza nel centrosinistra che lo ha portato anche sugli scranni di Montecitorio – e ha raggiunto un risultato di tutto rispetto: un 9% e spicci che lo porta a essere l’ago della bilancia al ballottaggio previsto fra due settimane, di conseguenza il più corteggiato.

Con la sua dote di voti, infatti, Ghinelli metterebbe il risultato in cassaforte mentre per Ralli aumenterbbero le possibilità di rimonta. Donati tutto questo lo sa, ma nega di aver deciso chi appoggiare nella corsa a primo cittadino: «Tante persone ci hanno sostenuto perché hanno creduto nelle nostre idee, nei nostri progetti di rinnovamento e cambiamento. Queste idee sono ora a disposizione della città. Non ci siamo candidati per puntare a dei compromessi, ma per cercare di dare una svolta ad Arezzo».

Però qualcuno dovrà pur appoggiare fra due settimane «Premesso che io non sono il proprietario dei voti di nessuno, in queste ore ci ritroveremo con tutti gli amici delle liste, che hanno dato un contributo notevole durante la campagna elettorale, e ne parleremo. Tuttavia, la priorità non è guardare a cosa succederà tra due settimane, ma ai prossimi mesi, alla legislatura. La priorità è fare proposte per questa città affinché ci sia un cambio di passo».

Nessuno l’ha cercata per un apparentamento? «Prima del voto? Nessuno mi ha cercato e non avrei risposto. Non per scortesia, ma perché quando si corre per diventare sindaco della propria città, lo si fa cercando di ottenere il massimo del risultato. Abbiamo inserito nel nostro programma alcuni temi fondamentali: vogliamo costruire un nuovo centro per lavoro, puntare sullo sviluppo, portare Arezzo al livello delle grandi città europee. Un altro punto fondamentale è la difesa della sanità. Chiunque vorrà sposare questi principi, incontrerà sicuramente il favore di quanti hanno espresso la loro preferenza per noi».

Torniamo al suo 9%: ci credava davvero, si aspettava di più o pensava di meno? «Ci eravamo candidati con l’ambizione di raccogliere molto consenso. Mi risulta che siamo la civica con più voti di sempre, questo non può che renderci orgogliosi del lavoro fatto da questa estate fino a questo momento».

Chiunque sarà sindaco, lei va in consiglio comunale e non sarà il solo della sua lista «E di questo sono molto contento, perché tra gli obiettivi che ci eravamo posti c’è anche quello di ridare al consiglio comunale quella centralità che negli ultimi anni è venuta meno. Il consiglio deve essere la casa dei cittadini, qui dobbiamo tornare a fare attività per la città, cercheremo pertanto di svolgere il nostro ruolo nella miglior maniera possibile».

Priorità? «Ci sono tante questioni che riguardano economia, sviluppo, sanità. Ma tra le prime azioni da intraprendere, c’è rivedere seriamente la situazione dell’edilizia popolare. Durante la campagna elettorale abbiamo toccato con mano situazioni che non sono all’altezza di una città come Arezzo».