LUCA AMOROSI
Sport

Arezzo, fiducia a tempo per Troise. A Gubbio sarà mezzogiorno di fuoco

La società prende tempo. Rabbia dei tifosi: sotto la lente scelte di formazione, mercato e l’atteggiamento della squadra

Emanuele Troise, 45 anni, è stato il primo a finire sul banco degli imputati

Emanuele Troise, 45 anni, è stato il primo a finire sul banco degli imputati

di Luca Amorosi

AREZZO

A ruota libera come non accadeva da tempo. Il post-partita di Arezzo-Pontedera ha visto tuonare il presidente Manzo in sala stampa contro i propri giocatori. senza usare giri di parole. "Mi vergogno di quello che è successo e siccome gli uomini li ho scelti io, mi sento il primo responsabile: ho visto una marea di teste di cazzo giocare a pallone, senza impegno né amor proprio - ha detto il patron - Li ho già mandati in ritiro a tempo indeterminato. Troise? In passato quando abbiamo preso decisioni di pancia, è sempre andata male. Ora voglio capire cosa è successo in questa giornata di merda: se è dipeso dal mister, sarà il primo ad andare fuori dalla porta. Ma ho seri dubbi che sia così, per adesso andiamo avanti come stiamo".

Parole forti che si sono tradotte nella giornata di ieri in una calma apparente. Intanto però sotto la cenere ci sono veri e propri tizzoni ardenti. Uno è sicuramente legato ai recenti risultati, una vera e propria altalena che ha prodotto nel girone di ritorno due vittorie, due sconfitte e un pareggio. Decisamente poco visto che prima della pausa natalizia i soli 6 punti di distacco dalla vetta lasciavano ambire a qualcosa di più. Distacco che adesso è di 14 punti, 9 per il secondo posto, 7 per il terzo. Ma oltre a questo aspetto legato ai risultati c’è quello del gioco che ha latitato, di un mercato che ha registrato la partenza di una punta come Gucci che non si integrava con il gioco di Troise per produrre l’arrivo di Capello, tenuto in panchina per giocare con il falso nove o per meglio dire con Mawuli pronto a tramutarsi da mediano in centravanti. Scelte come quella di Gilli terzino, Montini dirottato a sinistra tenendo due mancini puri come Coccia e Righetti in panchina (a quanto pare) per scelta tecnica e stop.

Tutti anelli di una catena che da lunedì sera è al vaglio della società che si era presa "48-72 ore di tempo" per decidere il da farsi. Tradotto: se andare avanti o meno con Troise. Praticamente il tecnico che ha ripreso l’attività in vista della sfida da mezzogiorno di fuoco in casa del Gubbio sarebbe potuto restare sotto esame fino a giovedì. A quel punto però sarebbe troppo poco il tempo a disposizione per una eventuale sostituzione.

Per Troise è scattata quindi la fiducia a tempo e la prosecuzione del rapporto biennale dipenderà molto dalla trasferta di Gubbio, come spiegato telegraficamente dal presidente Manzo che aveva lasciato intendere di non agire d’impulso (nonostante la rabbia e la delusione della piazza). Domenica alle 14.30 si saprà quindi il destino del tecnico, se resterà o se partirà il casting per il successor. Smentiti da parte del presidente contatti contri altri profili come Mirko Conte.

D’altronde esonerare Troise avrebbe significato e significherebbe rimettere in discussione il progetto pluriennale lanciato la scorsa estate dopo nemmeno un anno, ma peggio ancora rimettere in discussione tutto il mercato fatto fino ad oggi come la cessione di Gucci, il passaggio di Gaddini (prestito con diritto di riscatto) al Pontedera, l’arrivo di Capello, quello di Gilli, i vari rinnovi e i rumors per Gori, Russo e compagnia. L’esonero sarebbe di fatto un mea culpa e allora per adesso avanti così, sperando che il faccia a faccia tra presidente, squadra e staff a Rigutino sia servito a rimettere insieme i cocci per invertire il trend di una stagione che rischia di scivolare nell’anonimato dopo il buon inizio.

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