LUCA AMOROSI
Sport

Arezzo, non c’è tempo da perdere. Bucchi chiede una scossa e ritmi alti

La sconfitta con le Fere alza l’allerta tra lo staff del Cavallino, che deve guardarsi dalle retrovie della classifica

La sconfitta con le Fere alza l’allerta tra lo staff del Cavallino, che deve guardarsi dalle retrovie della classifica

La sconfitta con le Fere alza l’allerta tra lo staff del Cavallino, che deve guardarsi dalle retrovie della classifica

Che la prima di Bucchi fosse una gara dal coefficiente di difficoltà altissimo lo si sapeva. Troppa la qualità tecnica e la profondità della rosa della Ternana per l’Arezzo attuale, capace di ottenere solo cinque punti nelle prime sei partite del 2025. Il nuovo allenatore, in pochi giorni, non poteva fare miracoli. Ha cercato di dare continuità nel modulo e negli interpreti, chiedendo però già un atteggiamento diverso, secondo la sua idea di calcio: aggressività sui portatori avversari, squadra corta e alta e intensità nella doppia fase. Certo, la Ternana era la squadra meno ideale a cui prestare il fianco, ma Bucchi non aveva altra scelta che provare subito a dare una scossa lavorando sui principi di gioco che vuole infondere al gruppo.

Di tempo, infatti, non ce n’è: davanti le prime cinque allungano, mentre alle spalle del Cavallino c’è ormai il fiato sul collo delle rivelazioni Pianese e Pineto. L’Arezzo a Terni era anche riuscito a portarsi in vantaggio alla prima occasione utile, con il dodicesimo centro di Pattarello ben servito da Tavernelli, ma la resistenza è durata troppo poco. Sette minuti dopo i rossoverdi avevano già ribaltato tutto con la doppietta di Cicerelli, che ha palesato tutte le fragilità di un centrocampo in inferiorità numerica e mal assortito e di una linea difensiva impacciata. Il terzo gol ternano, nel momento in cui l’Arezzo sembrava aver guadagnato metri di campo e fiducia, ha poi chiuso i giochi.

Di buono Bucchi si porta dietro l’atteggiamento volitivo, il tentativo pressare alti i padroni di casa e quell’ardore che nelle ultime partite non si era proprio visto. C’è, però, ancora tanto da lavorare: in generale, la squadra deve assimilare in fretta un nuovo modo di stare in campo, che richiede ritmi più alti. Il dubbio è se sia nelle corde di un undici che spesso, finora, è andato al piccolo trotto. Nello specifico, ci sono alcuni equivoci tattici da sbrogliare: Renzi non pare poter giocare in una mediana a due, così come Gilli e Chiosa non sembrano aver trovato un’intesa al centro della difesa.

Davanti, poi, ci sono giocatori come Guccione e Capello a cui trovare una collocazione precisa per sfruttarne il potenziale. Domenica c’è un altro cliente scomodo come la Torres, ma servirà vedere altri progressi, possibilmente anche nel risultato finale.

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