di Luca Amorosi
ARETTO
Per la legge dei grandi numeri il pareggio era nell’aria. E alla nona giornata, dopo cinque vittorie e tre sconfitte, è arrivato contro il Rimini, contro cui l’Arezzo non pareggiava al Comunale dal 1964, tanto per dare ulteriore valenza al dato statistico. Un 1-1, quello di domenica, tutto sommato giusto per ciò che si è visto in campo. Il Cavallino ha fatto un passo indietro a livello di prestazione, faticando ad alzare i ritmi e a costruire vere e proprie palle gol. La difesa ha tenuto bene, ma ha commesso una disattenzione fatale, non tanto diversa, in fin dei conti, da quella che ha propiziato il vantaggio con Ogunseye, al quarto gol in campionato e al primo sigillo davanti ai suoi tifosi. Dopo l’1-0, la squadra è sembrata accontentarsi di gestire il vantaggio anziché cercare il punto del raddoppio, come ha lamentato anche Troise dopo il triplice fischio. Un atteggiamento che stavolta non ha pagato: le vittorie di "corto muso", come usa dire oggi, sono infatti arrivate dopo che l’Arezzo ha segnato negli ultimi venti minuti di gara (contro Campobasso, Legnago e Pontedera) mentre quando il vantaggio è arrivato nel primo tempo, poi l’Arezzo si è presa i tre punti trovando il raddoppio (contro Gubbio e Torres, entrambe vittorie per 2-0). Salta all’occhio che, in questi primi nove turni, l’Arezzo non è mai riuscito a segnare più di due gol nella stessa partita: l’attacco, con dieci segnature, è tra i peggiori del girone: solo cinque squadre hanno fatto peggio, tre delle quali sono in zona retrocessione. Occorre migliorare dal punto di vista realizzativo per rimanere tra le squadre di vertice. Va meglio la difesa, che ha preso sei gol tra Pesaro e Pineto e solo tre in tutte le altre sette partite.
Le tre battistrada del raggruppamento, cioè Pescara (una gara in meno), Ternana ed Entella, però, hanno fatto meglio anche da questo punto di vista. Nessuno chiede di lottare con loro per il primo posto, ma il dato dimostra che per i piani altissimi della classifica va ancora registrato qualcosa. Scendendo nel dettaglio, l’Arezzo ha spesso permesso di realizzare gol troppo "facili": Peixoto e Ceccacci della Vis Pesaro, Pellegrino del Pineto, Cianci e Cicerelli della Ternana e ora Longobardi del Rimini hanno tutti concluso a rete ben dentro l’area di rigore, a pochi metri dalla linea di porta. Se ci aggiungiamo due calci di rigore, è chiaro che l’Arezzo deve limitare palle gol così nitide agli avversari. Tutti aspetti su cui il tecnico amaranto è chiamato a lavorare in settimana per preparare una trasferta che si preannuncia insidiosa, contro una squadra che, come l’Arezzo, non concede molto ma segna ancor meno soprattutto potendo contare su un terreno di gioco in erba artificiale.
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