di Andrea Lorentini
AREZZO
Ripartenza. E’ questa la parola che ha risuonato più volte nel post partita contro il Pescara. Un concetto espresso sia da Troise che da Chiosa di fronte a microfoni e taccuini. I 90 minuti positivi giocati dall’Arezzo al cospetto della capolista possono, infatti, rappresentare un punto di svolta in questo momento della stagione, sopratutto per le partite che arriveranno, a cominciare dal doppio derby contro il Perugia. Atteggiamento giusto, determinazione, ritmo costante, pressione. Una base sulla quale costruire il finale di girone d’andata e mettersi alle spalle il periodo di involuzione che aveva caratterizzato la squadra prima di domenica. E’ vero che gli amaranto hanno rimandato l’appuntamento con la vittoria che manca ormai da quattro giornate, ma di fronte all’undici di Baldini si è visto quel qualcosa di diverso che Troise aveva chiesto ai suoi. Il dato più significativo è la continuità che l’Arezzo ha avuto per l’intera gara. Stavolta senza pause o passaggi a vuoto come troppo spesso è capitato. La porta di Trombini è rimasta inviolata, cosa che non accadeva da un mese, dalla trasferta di Sestri. Nota di merito da spendere per la coppia centrale Chiosa-Lazzarini che ha inibito l’attacco della capolista. Adesso serve proseguire su questa strada. A ben vedere contro avversari di alta classifica (vedi Torres e Ternana) gli amaranto hanno sempre mostrato il lato migliore: ora il salto di qualità è tenere elevato il livello della prestazione contro ogni formazione. La riprova l’avremo già tra 4 giorni al "Curi" quando andrà in scena quella che per i tifosi è la madre di tutte le partite. Vero che il derby si prepara da solo, un po’ come la gara contro il Pescara, ma si attendono conferme importanti. Di contro resta da migliorare l’efficacia negli ultimi 20 metri. I numeri dicono che 17 gol segnati in 15 gare sono troppo pochi per una squadra che ambisce a posizioni di vertice. E’ li che bisogna oliare l’ingranaggio. Pattarello continua a non convincere, Tavernelli va a strappi, Gucci non può portare la croce e cantare, Ogunseye è finito in letargo e Gaddini non è costante. Da questo discorso togliamo Guccione, ormai più mezzala che trequartista. Troise sembra aver deciso di arretrare definitivamente il numero 7 che impiegato da centrocampista perde qualcosa in fase offensiva ma dà tempi di gioco migliori. Postilla finale per il ritorno in campo di Damiani: pochi minuti per riassaporare il campo, ma da ora in avanti l’Arezzo ritrova uno dei suoi elementi migliori.
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