di Andrea Lorentini
AREZZO
Dopo 40 incontri da professionista, di cui 37 vinti, impreziositi da due titoli italiani, tre titoli dell’Unione Europea, due cinture intercontinentali IBF, e altre due tra internazionale IBF e WBC, Orlando Fiordigiglio scende dal ring. Il 40enne pugile aretino dice basta. Una decisione sofferta. Cala il sipario agonistico su uno degli atleti più talentuosi e vincenti dello sport aretino. Un problema all’occhio scoperto quasi un anno fa mentre stava preparando l’assalto al titolo Ebu Silver in Spagna, lo ha costretto ad uno stop che poi è diventato definitivo. "Per uno come me, che della boxe ha fatto la sua essenza vitale, questo è stato come subire il peggiore dei ko. Dal tappeto, però, ci si rialza sempre, cosa che farò anche stavolta per affrontare nuove e avvincenti sfide che la vita mi metterà davanti. Smettere di punto in bianco lascia un vuoto da colmare e spero di ricominciare presto a sognare per un obiettivo - ha dichiarato Orlando che poi aggiunge "sarò sempre lo stesso in palestra cercando di insegnare a miei ragazzi quello che mi è stato tramandato e quello che la mia esperienza mi porta ad aver acquisito. Attento sull’alimentazione come sempre, ormai uno stile di vita".
Nel suo futuro la carriera da allenatore che negli ultimi anni aveva già intrapres. "Sarò presente con loro nella vittoria e nella sconfitta. Sacrificherò il mio tempo per allenarli e parlerò molto con loro. A volte una parola aggiusta uno stato d’animo contaminato". Inevitabile tracciare un bilancio della carriera. "Credo di essere riuscito ad ottenere più di quello che mi aspettavo. Nove titoli tra nazionali e internazionali, senza dimenticare la semifinale mondiale e due tentativi per l’Europeo. In una piccola città come Arezzo senza sponsor e con tutte le difficoltà del caso sono riuscito a fare il professionista non perdendo nemmeno un giorno di lavoro. Senza contare che ho messo su una palestra grazie all’aiuto di tutta la famiglia dell’Accademia Pugilistica Aretina. Mi sono sposato con una donna favolosa di cui sono perdutamente innamorato e ho due bambini fantastici". Un viaggio lungo 24 anni. "Tanti momenti magici, ma anche di bui dopo le poche le sconfitte dove ho consolidato rapporti veri come quello con il mio presidente Aldo Sassoli. Ho conosciuto persone che mi hanno lasciato tanta ricchezza: dagli occhi buoni del maestro Calamati al dialetto romagnolo incomprensibile di Meo (Gordini, ndr)". C’è spazio forse per un unico rimpianto. "I due assalti al titolo Europeo persi contro Vitu quando ero in vantaggio fino all’11esima ripresa per un problema fisico e contro Attou per un furto plateale in Francia".
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