Salvatore
Mannino
Pensare che nemmeno un anno fa era il motorino esterno di un altro Arezzo, ben più consistente di questo e fermato nella sua crescita solo dal Covid, mette la malinconia. Specie se il ragazzo Giuseppe Caso debutta in serie A, nel Genoa che dopo aver retto per due terzi di partita alla furia della Juve sta crollando nel finale. Maran non sa più a che santo votarsi e si gioca pure la carta del deb. Che a dire il vero non fa cose eclatanti anche se subito, alla prima azione, mostra una certa sfrontatezza nell’affondare sulla fascia difensiva della Signora. Verrà poi normalizzato dal secondo rigore di Ronaldo, quello che chiude il match. Però l’ex amaranto dà l’idea che il salto dalla C non lo abbia patito più di tanto e che in serie A ci possa stare, magari ad accumulare un po’ di esperienza. Non ha un fisico esplosivo ma il ragazzo si farà, anche se ha le spalle strette.
Che dire invece del Cannibale Conte, un altro ex amaranto nel paradiso del calcio che conta, che si riprende a Cagliari solo una piccola parte di quanto aveva bruciato nel mercoledì di Champions? Continua a dare l’idea di uno che se la cava meglio nelle corse a tappe (il campionato) che non nelle classiche in linea (la sfida non impossibile allo Shaktar, quando sarebbe bastato un golletto per cambiare il destino). A Cagliari, invece, per rimontare lo svantaggio e poi farne altre due, il Signor Antonio deve cambiare l’assetto tattico della squadra. Il gol della sicurezza glielo dà Lukaku, un altro che patisce le partite da dentro o fuori.
Infine il sempre più sorprendente De Zerbi, fantasista dell’Arezzo di Marino. Stavolta gli tocca la partita del venerdì e lui non la fallisce col Benevento. E’ sempre nei quartieri alti e pare destinato a rimanerci.