ANDREA LORENTINI
Sport

L’Arezzo non esce dal tunnel. Ora rischia di perdere i playoff

I numeri della squadra sono impietosi con una serie di risultati negativi soprattutto allo stadio Comunale

Alessandro Renzi, 21 anni

Alessandro Renzi, 21 anni

Una sola vittoria nelle ultime otto gare casalinghe. Terza sconfitta consecutiva al comunale. Per trovare una striscia così negativa a San Cornelio, come quella attuale, bisogna tornare a quattro anni fa, alla disgraziata stagione 2020/21 culminata con le retrocessione in serie D quando l’Arezzo perse di fronte al proprio pubblico consecutivamente contro Cesena, Feralpi Salò e Gubbio.

Nell’anno nuovo appena 5 punti in 7 partite. Il cavallino non riesce proprio ad uscire dalla crisi nella quale si è infilato nel 2025. E la classifica è ulteriormente peggiorata con gli amaranto ormai a distanza siderale dalle posizioni di vertice, scivolati in settima piazza, scavalcati dalla Pianese e con il Rimini che si è portato a sole tre lunghezze e lunedì prossimo potrebbe, in caso di successo, perfezionare l’aggancio.

Di male in peggio da gennaio, ma quello che preoccupa maggiormente è che non si intravede una via d’uscita. Una luce in fondo al tunnel che possa, in qualche modo, alimentare una fiammella di speranza in un’inversione di tendenza. Contro la Torres, l’Arezzo ha tenuto il campo discretamente fino al gol subito, ovvero ad una manciata di secondi dall’intervallo. In svantaggio è sparita. Afflosciata sulle sue fragilità.

Nella ripresa nessuna occasione vera da rete creata per una squadra che è apparsa esangue, spenta. La verità, come ha ammesso anche Bucchi nel post partita è che questo gruppo alla prima difficoltà evapora. Non reagisce. Proprio le parole del tecnico sono un grido d’allarme vero e proprio.

"Dovremmo giocare con leggerezza per divertire e divertici ed invece siamo bloccati mentalmente. Sinceramente non me l’aspettavo". Al fischio d’inizio domenica erano in campo otto undicesimi della formazione dello scorso anno eppure quegli stessi giocatori appaiono un anno dopo la brutta copia di se stessi. Da Coccia a Mawuli passando per Renzi e Guccione. Solo per fare degli esempi.

Certo, alcune scelte di Bucchi si sono rivelate un rischio che non ha pagato come Renzi terzino, in costante in balia degli avversari, o insistere su una mediana a 2 anche se, in questo momento, più che i moduli o la tattica il problema sta nella testa. E la soluzione non è affatto scontata.

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