L’astinenza di Foggia e la follia di Ruggeri Mariotti e De Vito tra gli imputati

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MARCO MARIOTTI L’Arezzo è Strambelli-dipendente e pare impotente quando il Mago viene imbrigliato. Il tecnico non può che essere il primo imputato, non trovando alternative tattiche e di gioco per variare un tema che diventa prevedibile. Poi ci sarebbe da capire perché, se l’Arezzo va sotto nel punteggio, perde sempre. Un dato allarmante.

ENZO DE VITO Se il tecnico non trova alternative tattiche è anche perché la rosa è costruita per giocare in un solo modo. Non c’è una punta under (tolto Niccolò Marras fermo per pubalgia), non ci sono esterni di ruolo per sfruttare le fasce, non ci sono esterni alti per mettere Foggia al centro di un ipotetico tridente. Responsabilità evidente del direttore sportivo, da condividere con il dg Roberto Muzzi.

CIRO FOGGIA Un gol in otto turni è uno score impietoso per una punta reduce da 20 reti a campionato. Il numero 9 è un pesce fuor d’acqua: costretto ad allargarsi per favorire gli inserimenti di Strambelli, finisce per perdere lucidità e mancare troppo in area di rigore. O lo si mette in condizione di agire più vicino alla porta, o lo si lascia in panchina.

FABIO MASTINO Il cross per Sparacello contro il Cascina è troppo poco per valutare positivamente il terzino sardo, che di contro ha causato tre dei cinque rigori subiti dall’Arezzo tra campionato e coppa. Spesso impacciato, poco propositivo e preda degli esterni avversari.

GIACOMO RUGGERI Come Mastino, il classe 2003 spinge troppo poco e soffre le sgassate degli avversari, cui deve spesso rimediare con le cattive. A San Giovanni, poi, un suo fallo scriteriato gli è valso un’espulsione che ha complicato la rimonta. Non è così che si esprime il carattere in campo.

Luca Amorosi