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Marrini torna alla Dakar: "Pronto per l’avventura"

Il pilota aretino racconta i preparativi: sarà la sua settima partecipazione "Ritmi alti e percorso insidioso, l’obiettivo è arrivare a tagliare il traguardo".

Stefano Marrini sta seguendo il lavoro sul proprio veicolo

Stefano Marrini sta seguendo il lavoro sul proprio veicolo

di Matteo Marzotti

AREZZO

Da una settimana Stefano Marrini sì è messo in viaggio. Passaggi obbligati tra il Natale e il Capodanno per chi inizierà il 2025 prendendo parte alla Dakar, la corsa più affascinante al mondo. Originario di Cesa, il pilota aretino si prepara quindi a prendere parte alla sua settimana edizione del rally più famoso, con lo stesso spirito che lo ha sempre contraddistinto in questa esperienza.

Stefano per lei è un ritorno alla Dakar.

"Mancavo a questo appuntamento dall’edizione 2020 - confessa il pilota - il sogno di tornare e provare a chiudere il cerchio andando a raggiungere il finale di questa manifestazione è sempre grande".

Ha raggiunto l’Arabia Saudita in anticipo rispetto ad altri piloti?

"Sì esatto. Le giornate che mi separano dal 31 dicembre, giorno in cui verranno effettuati dei controlli, sono importantissime per poter mettere a punto l’auto con la quale correrò - spiega Marrini - avevo lasciato qua la vettura con la quale sarò ai nastri di partenza dopo aver corso in Qatar lo scorso novembre. Adesso stiamo lavorando su tutti i dettagli e su alcune specifiche del mezzo. Non possiamo lasciare nulla al caso"

Come si è preparato per questa edizione?

"Il percorso è stato quello che solitamente effettua ogni pilota: palestra, bici, insomma attività per poter irrobustire il proprio fisico per prepararsi agli sforzi che richiede una competizione come questa. Poi oltre a questo essendo il manager di me stesso ho dovuto organizzare tutto il lavoro legato ai ricambi e alla logistica".

Che tipo di Dakar dobbiamo aspettarci questa volta?

"Se devo essere sincero è una domanda che mi faccio anche io pur avendo preso parte a cinque Dakar in Sud America, e ad una in Arabia Saudita. Sono presenti prototipi per reggere il grande stress che la Dakar impone ai mezzi. Faccio un esempio: quest’anno la prima parte prevede passaggi su pietra, ci sono prove che superano le 24 ore che non ammettono assistenza. Sarà veramente dura visti i ritmi altissimi".

E il suo obiettivo qual è?

"Riuscire a chiudere quel cerchio, arrivare fino al traguardo della Dakar".

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