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Montevarchi, il nuovo tecnico Malotti: "Voglio grinta ed entusiasmo"

Scelto un tecnico d'esperienza dopo l'esonero di Nenciarini

L'allenatore Malotti

Montevarchi 13 settembre 2019 - LA CRISI tecnica in casa Montevarchi si è risolta nel giro di pochi giorni con la scelta del sostituto di Francesco Nenciarini, esonerato nella tarda serata di lunedì, e sono state confermate le previsioni. A guidare l’Aquila, infatti, sarà Roberto Malotti, l’esperto tecnico fiorentino, classe 1961 che tanti sportivi non hanno dimenticato per la generosità e l’impegno mostrati sul campo quando indossava la casacca rossoblù nei primi anni 80. Più volte in passato il nuovo nocchiero, definito da tutti «sanguigno», era stato accostato al sodalizio montevarchino. Sin da quando dirigeva la Sestese, prima di occupare, tra le altre, le panchine di Sangiovannese, Prato e in ultimo del San Donato Tavarnelle.

Malotti, potremmo dire, finalmente a Montevarchi… «Sì, sono qui anche perché ho conosciuto il calore di questa piazza da giocatore e spero di ripagare l’ambiente e la dirigenza della fiducia che ripongono in me. E’ una situazione particolare per me, di solito non abituato ad iniziare a far calcio nel mese di settembre, ma a farmi decidere per il sì è stata anche la certezza di riannodare un’esperienza sportiva e al tempo stesso umana». Lei è considerato un sanguigno e un gran motivatore. Si riconosce in queste definizioni? «Cerco di trasmettere ai ragazzi un concetto. La vita non è mai facile e bisogna sudare per guadagnarsi il proprio spazio. Ci vogliono impegno e sacrificio. E se ricordare con forza la necessità di dare il massimo per emergere fa di me un sanguigno…ben venga».  Ha chiesto rinforzi? E cosa dirà in vista dell’esordio di Bastia ai calciatori? «Rinforzi? Si tratta di un discorso prematuro. Prima mi devo rendere conto delle caratteristiche del gruppo e poi si vedrà. Può anche darsi che fin qui ci siano tante qualità inespresse. Ai ragazzi dirò che non si premia né si boccia nessuno. Cercheremo di stare loro vicino, di coccolarsi e di rincuorarli perché alla fine toccherà a loro andare in campo».

Giustino Bonci