Ha realizzato una delle cinque mete azzurre ed è stato nominato "man of the match", migliore in campo, nella sfida che l’Italia ha vinto contro il Galles nel Sei Nazioni under 20, a Treviso. L’aretino Marcos Francesco Gallorini è uno dei talenti più cristallini sui quali il rugby italiano scommette. Classe 2004, compirà 19 anni a ottobre, gioca pilone destro, è uno dei punti di forza della mischia chiusa azzurra. "Un’emozione fortissima ricevere il premio di miglior giocatore della partita. Ho provato felicità e orgoglio". Gallorini sprigiona la sua potenza quando deve dare supporto ai tallonatori in fase di spinta e ai saltatori nella touche. Cresciuto nel Vasari, da quest’anno è tesserato per l’Unione Rugby Capitolina, approdando in serie A. Lo raggiungiamo al telefono mentre si trova in ritiro con la nazionale prima di partire alla volta di Glasgow per sfidare la Scozia nell’ultima partita del Sei Nazioni under 20.
Marcos, come ti sei avvicinato alla palla ovale?
"All’età di 7 anni. Il rugby me l’ha consigliato il mio pediatra perchè ero un bambino vivace e iperattivo".
Da una terapia a una grande passione.
"Del rugby mi piace il rapporto che si crea con i compagni che va oltre il campo. Adoro il contatto fisico e il fatto che è uno sport che include tutti".
Cos’è il terzo tempo per te?
"Il momento in cui dopo una battaglia di 80 minuti ti bevi una birra insieme ai tuoi avversari e nascono tante amicizie".
I tuoi punti di forza?
"Mischia chiusa e ball carriero".
Cosa ha rappresentato il Vasari per la tua formazione?
"E’ stato l’inizio di tutto. Lì ho imparato a giocare a rugby e mi sono formato. Il Vasari ha avuto un ruolo fondamentale nella mia crescita".
Prossimi obiettivi?
"Con il club provare a vincere il campionato di serie A, con l’Italia partecipare al mondiale under 20, a luglio, in Sudafrica. Voglio farmi trovare pronto per dare il massimo".
Il sogno nel cassetto?
"Giocare un mondiale seniores e vincerlo. E poi disputare la United Rugby Champions con le più forti franchigie europee".
Andrea Lorentini