Castelfiorentino (Firenze), 10 aprile 2021 - Quanto accaduto a Castelfiorentino - Comune peraltro in cui io risiedo - è gravissimo e deve trovare in tutta la politica e nella società una reazione forte e chiara. L’orientamento sessuale non è una colpa e fatti come quelli che arrivano dal cuore della nostra Toscana ci dicono che siamo di fronte ad una emergenza.
Una ragazza è stata cacciata di casa e minacciata perché la famiglia non accetta il suo amore per una donna. Purtroppo, il pregiudizio è ancora troppo come troppa è l’ignoranza nella nostra società.
Come Conferenza delle donne democratiche della Toscana, oltre a metterci al fianco della ragazza a combattere contro ogni genere di discriminazione a suo e a carico di tutto il mondo LGBTQ+, torniamo a ricordare alla politica e alle istituzioni che bisogna portare a meta la legge attraverso la quale condannare ogni forma di violenza e di discriminazione e creare le condizioni per proteggere le vittime, creando centri antidiscriminazione, come prevede la legge Zan.
Sia chiaro, una legge da sola non risolve la questione ma di sicuro ha un impatto culturale notevole, anche a partire dal linguaggio. Si parla ancora di scelta sessuale, come se essere gay o trans fosse una scelta e non una condizione dalla nascita. Usare le parole appropriate è il primo passo per dare valore alla dignità delle persone.
Discriminare o usare violenza verso una persona per ciò che è, per il colore della pelle, per il suo orientamento sessuale, la nazionalità è una deriva da bloccare con tutta la cultura e la forza politica che serve. I fatti di cronaca dimostrano che un’azione forte non è più rimandabile. Mobilitiamoci, tutte e tutti. I diritti non devono mai essere messi in secondo piano, neanche in piena emergenza pandemica. Noi ci siamo.