DAVID ALLEGRANTI
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"Putin da esempio". Che gaffe salviniana

Salvini ha passato anni a cercare di costruire una relazione specile con gli autocrati, fingendo di non vedere che cosa stava facendo la Russia con i suoi vicini

Pecore elettriche

Firenze, 27 febbraio 2022 - Era il 2014 e l’allora europarlamentare nonché segretario della Lega Matteo Salvini in carica da appena un anno festeggiava l’annessione russa della Crimea perché "il 90% dei cittadini ha scelto con referendum di aderire alla Federazione Russa" (il voto non era stato ritenuto valido né dalle Nazioni Unite né dall’Unione Europea, ma sono dettagli).

L’anno dopo, nel 2015, Salvini diceva di preferire il presidente della Russia al capo dello Stato italiano: "Cedo due Mattarella in cambio di mezzo Putin!". Una frase così salvinianamente efficace da essere replicata in altri contesti. "Sostituirei Renzi con Putin domani mattina!"; "Se devo scegliere tra Putin e la Merkel... vi lascio la Merkel, mi tengo Putin!". Ancora, nel 2017: "Secondo me Renzi non vale neanche un mignolo del presidente russo". Nel 2016, altri trionfi filoputiniani: "Se non ci fosse stato Putin ad oggi avremmo l’Isis in casa".

Il famoso post di Matteo Salvini sulla Piazza Rossa
Il famoso post di Matteo Salvini sulla Piazza Rossa

Capite bene dunque che la scenetta dell’altro giorno, con Salvini che porta i fiori davanti all’ambasciata ucraina a Roma, può al massimo essere ritenuta buona per farsi gli impacchi. Nel suo grottesco intervento in Senato, in occasione delle comunicazioni urgenti di Mario Draghi sull’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, l’ex ministro dell’Interno è riuscito a dire tutto tranne che a condannare l’amico Vladimir Putin: "L’Italia ha il dovere di spalancare le porte a chi scappa dalla guerra vera. Ai profughi veri. Spesso si parla di profughi finti che scappano da guerre finte, questi sono profughi veri in fuga da una guerra vera", ha detto Salvini non perdendo l’occasione - nemmeno stavolta - per pronunciare le solite sortite propagandiste.

"Sono deluso dall’essere umano che nel 2022 cerca di risolvere con la guerra problemi economici, politici. Se qualcuno attacca e qualcuno viene attaccato bisogna schierarsi da subito con chi è attaccato", ha poi aggiunto in un intervento radiofonico. Sono affermazioni posticce, deboli, fragili. Salvini ha passato anni a cercare di costruire una special relationship con gli autocrati, fingendo di non vedere che cosa stava facendo la Russia con i suoi vicini di casa.

Come purtroppo accade nei momenti drammatici, è arrivato il momento del disvelamento anche per i nostri leader politici (e persino per qualche cosiddetto intellettuale, che ha passato le ultime settimane a descrivere l’assalto russo come una invenzione degli americani, come una false flag imperialista; tra questi cosiddetti intellettuali ci sono anche quelli che da giorni, anziché prendersela con le nostalgie sovietiche di Putin, attaccano la Nato, ritenendola colpevole di mire espansionistiche. Li riconosci subito: usano il "ma" come artificio retorico. "Sono contro la guerra, ma…". Purtroppo la categoria degli utili idioti è da sempre nutrita. Solo che stavolta sembra mancare persino l’utilità).