Accadde in Versilia", Belle Epoque e Grandi Artisti nella Versilia del Novecento"

La mostra "Accadde in Versilia" al Forte Leopoldo celebra i grandi protagonisti Plinio Nomellini, Lorenzo Viani e Moses Levy, con una selezione di capolavori provenienti da collezioni private. Un viaggio nella Versilia dei primi decenni del Novecento, tra sperimentazioni artistiche e modernità.

Anche la Versilia ebbe la sua Belle époque, una stagione magica che nei primi decenni del Novecento trasformò le spiagge del litorale in una sorta di cenacolo culturale frequentato da artisti, letterati, musicisti. ll “beau monde” europeo era attratto soprattutto da quella frizzante e vivace atmosfera di mode e idee che arrivavano da Parigi e non solo, intrecciando il “piccolo mondo antico” della Versilia con ventate di novità e modernità. Un vero paradiso specialmente per i pittori: Puccinelli, Fontanesi, Signorini, Cabianca, Viner, Lear, Vedder, Skovgaard, Poingdestre e tanti altri, fra cui spiccano le figure di Plinio Nomellini, Lorenzo Viani e Moses Levy. Ed è a questi tre grandi protagonisti che è dedicata la mostra “Accadde in Versilia” del Forte Leopoldo, prodotta dalla Società di Belle Arti con il Comune di Forte dei Marmi e Fondazione Villa Bertelli (fino al 5 novembre), con una selezione di capolavori provenienti da collezioni private, ad eccezione dello straordinario Festa al villaggio di Nomellini, concesso dalla Pinacoteca “il Divisionismo” della Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona.

Le opere di Nomellini raccontano come agli inizi degli anni Novanta dell’Ottocento il linguaggio dell’artista livornese guardasse a nuove sperimentazioni, sia divisioniste, grazie alla frequentazione di Pellizza da Volpedo, sia neoimpressioniste, importate da Parigi. Poi, il suo incontro del 1903 con Giovanni Pascoli aggiunge una svolta simbolista alla sua pittura. La selezione delle sue opere per la mostra versiliese è anticipata dalla grande tela di Giuseppe Viner, La semina, parte del trittico Terra Madre, esposto nel 1906 per l’inaugurazione del valico del Sempione. Nomellini racconta la straordinaria quotidianità che trascorre in Versilia, come si vede nella costruzione di un bastimento (Cantiere, 1904) o la semplice ritualità domestica dell’Ora della cena (1898) o in Ore quiete (1898), il folklore paesano (La chiesa di San Frediano a Lucca, 1930 circa). Immagini di una civiltà contadina, vera protagonista e depositaria di un luogo ancora preservato dal caos della modernità.

Le pacate immagini della Versilia di Nomellini e, successivamente, di Moses Levy sono quasi un contraltare del potente e magmatico espressionismo di Lorenzo Viani a cui interessa tutt’altro: il volto più scuro di quella terra e il popolo di diseredati che la abita. É il caso della della Moglie del marinaio, Sul molo. In attesa del rientro delle barche, Peritucco con il fiocco rosso, della scarna china dei Viandanti e di Vecchio pescatore. La sua è un’arte che si ispira spesso alla dimensione drammatica degli umili. Con il disegno cattura la miseria ma anche la speranza che gli uomini portano scolpite nelle rughe del volto. La terza sezione è dedicata a Moses Levy. La sua pittura, pur nutrendosi delle contaminazioni europee cezanniane e cubiste, di echi metafisici e futuristi, è in realtà personalissima e sarà spunto per l’arte italiana a venire. Tra i capolavori in mostra, Donna con cappello bianco, Cinema Eolo e Folla di sera sul lungomare di Viareggio, la luminosa serie delle Spiagge, Profilo di giovinetto e Anna e l’amica, fino al più tardo Signora in rosso al caffè di gusto matissiano.

Olga Mugnaini