
anghari
Arezzo, 13 marzo 2025 – Al via la Stagione Teatrale 2025 (e altre dipendenze) al teatro di Anghiari dal 28 marzo al 9 maggio
TRIENNIOCEFALI
Chi non ha mai visto i Cerberi, non sa nulla delle tre teste. E spiegarle non è facile, far loro “post” e farle entrare è cosa dura. Il rimprovero è sempre lo stesso: “Non c’è chiarezza, c’è molto fumo e poco Ariosto”. Epico. Fare una stagione teatrale è un’epica battaglia ormai trentennale, quando tutto era innocente, dai cachet in lire al “vengo a incasso”. Nel nostro limbo, separato da appena un velo di gesso dall’inferno glaciale dei bandi pubblici, la sequenza degli spettacoli quest’anno è un colpo di vento nello stagno della sala, dove sediamo noi: i Trienniocefali. Qual è la logica che lega gli spettacoli? Qual è la distanza fra l’uomo che corre e un danzatore? Fra la voce del buon Dio e quella di una radio notturna? Fra una cantante immortale e una veglia a tavola senza cibo? Dipende da voi, noi dipendiamo da voi (e da una decina di altre dipendenze che non vi diremo… La mamma, il cibo, i bandi comuniregioniministeroeuropa, il bere, la patria, la pesca di frodo, la musica e la più scandalosa di tutte: gli spettacoli teatrali fatti per benino). Se non venite, i Trienniocefali piangeranno.
29 MARZO ore 21,00
IL CANTO SULLA POLVERE
Invocazione a Ingeborg Bachamann
€15/Rid.€12
di e con Alessandra Chieli
Assistente alla regia: Emma Tramontana
Musiche originali: Michele Mandrelli e Toni Virgillito
Disegno coreografico: Julianne Ricciardi
Costumi: Armida Kim
Supervisione tecnica luci e scene: Stefan Schweitzer
Regia: Alessandra Chieli
Con il sostegno di: Teatro Macondo | C.A.P.I. – Teatro di Anghiari – Residenza della Toscana (Armunia – CapoTraveKilowatt) Lavoro finalista Premio Dante Cappelletti 2023
Il canto sulla polvere è un’invocazione all’amore come pratica rivoluzionaria contro l’ordine del mondo. È un viaggio profondo nella parola poetica, esatta e immaginifica di Ingeborg Bachmann. È un’invocazione all’arte come scelta di vita. La voce di Bachmann, attraverso un unico corpo in scena, dà vita a storie e personaggi, diventa Jennifer e Jan, Giudice e Buon Dio, ci racconterà l’amore e il tempo di queste vite ardenti e assolute, sempre vicine al limite. Un Io che si trasforma continuamente. Ci racconta il rapporto intimo con il tempo, quell’aderenza ad un oggi imprescindibile e inevitabile. Esplora temi universali come l’identità̀, l’amore, la solitudine e la condizione umana con l’ironia e il cinismo che la contraddistinguono. La capacità di Bachmann di creare atmosfere surreali – mescolando realtà e sogno, attraverso una parola ricca di immagini e simbolismi che trascendono la realtà immediata – dà vita a un senso di incertezza e ambiguità che permea le sue opere. Questo effetto non si limita alla scrittura, ma si estende anche alla scena, dove le sue parole generano sospensioni temporali che vengono improvvisamente interrotte da un linguaggio preciso e affilato, che riporta brutalmente il lettore o lo spettatore alla cruda realtà.
›
5 APRILE ore 21,00
ANGHIARI DANCE HUB
COMPAGNIA VIRGILIO SIENI
SATIRI
€15/Rid.€12
coreografia e spazio Virgilio Sieni
interpretazione Maurizio Giunti, Jari Boldrini
violoncello Naomi Berrill
Il Satiro, come ci dice Nietzsche ne La nascita della Tragedia, potrebbe essere colui che getta lo sguardo nell’abisso dicendo sì alla vita: non la notte ma la sua primavera. I due danzatori sulla scena sono contagiati dall’interno, investiti dalla contemplazione rivolta al gesto simile, adiacente, simmetrico. Pescano dal fondo del gesto per inscrivere forme d’intesa e di empatia che si aprono a una disposizione musicale: le danze segnano lo spazio della materia inebriante che parla con il corpo. Il mondo quotidiano qui prende il largo e si separa dal gesto enigmatico che esplode tra il dionisiaco e l’apollineo. Ancora una volta la danza si presta a laboratorio della vita, affronta azioni disperate, titaniche, si pone sulla soglia con atteggiamento vigile, mantico, divinatorio. Ma è essa stessa scienza dello stare, specchio di risonanze e richiami cognitivi.
12 APRILE ore 21,00
PADAM PADAM
Concerto spettacolo ispirato alla figura di Edith Piaf
€15/Rid.€12
di e con Adele Tirante
fisarmonica e chitarra Giovanni Belia
“Padam” è il nome con cui anticamente di parigini chiamavano la loro città. Padam Padam è il titolo di una celebre canzone cantata da Edith Piaf, il passerotto dall’ugola d’oro, che in questo brano esprime la vorticosa e ossessiva commedia dell’Amore, che come il suono di un’orchestra imprigionato nella sua memoria, “prima o poi la farà diventare folle”, così recita il testo. È proprio il tema dell’Amore in questa straordinaria interprete e nella sua epoca, che Adele Tirante porta sulla scena, attraverso parole liberamente tratte dalla biografia scritta dalla sorella Simone Berteaut, da Prevert e da Jean Coctau. E naturalmente attraverso le canzoni del repertorio dell’immortale cantante francese, che Adele fa rivivere con intensa e rara emozione. L’uccellino Piaf canta quell’amore che forse è più giusto far scoppiare dentro una canzone che vivere. L’amore come palcoscenico. L’amore sviscerato nelle più sottili sfumature, amore come assenza, amore come perdita, amore come non amore, amore come una via di rose, un tappeto sotto i piedi dell’amato. Padam Padam non segue una ricerca filologica, ma la semplice volontà di rendere testimonianza a una grande artista, attraverso il tempo della memoria e del sogno.
26-27 APRILE ore 21,00 - 17,30
TOVAGLIA A QUADRI
MATTIMONIO
€15/Rid.€12
di Andrea Merendelli e Paolo Pennacchini
regia Andrea Merendelli
La 29° edizione di Tovaglia a Quadri (Premio Nazionale della Critica e finalista ai Premi Ubu 2024), torna in una versione rivista e adattata alla scena del Teatro di Anghiari. Che cosa racconta Mattimonio? Franco Basaglia e Agostino Pirella e prima di loro Arnaldo Pieraccini: cosa sono le storie dei matti? Quella di Adalgisa Conti, ragazza di Anghiari rinchiusa 70 anni ai Tetti Rossi di Arezzo. Un pezzo di questa storia salterà in aria con una bomba, e i pezzi sono arrivati fino a noi, come i confetti di un matrimonio che si celebra oggi ad Anghiari, terra di matti. Se la psiche resta ancora misteriosa, il cuore invece parla chiaro: basta l’amore per unirsi in matrimonio? Forse sposarsi oggi è roba da matti. L’impegno “per sempre” fa spavento. Oggi ci vuole una “lochescion” e perché il vincolo sia più forte, si sposeranno in chiesa: così vuole la madre dello sposo. Qui la sposa non ha madre, né padre: è sola, come l’Adalgisa, chiusa in manicomio perché troppo libera. Quando gli uomini incontrano certe donne, scappano. Solo un altro matto riuscirebbe a dire il fatidico “sì”.
* Per gli abbonati l’evento è il 26 aprile ore 21,00.
9 MAGGIO ore 21,00
STASERA SONO IN VENA
€15/Rid.€12
di e con Oscar de Summa
disegno luci Matteo Gozzi
produzione La Corte Ospitale
con il sostegno di Armunia
finalista premio ubu 2015 | finalista premio rete critica 2015 | premio cassino off 2015 | premio della critica anct "histryo" 2016 | premio rete critica 2016 | premio "mariangela melato" 2017
“Io sono qui! Sono vivo!” Dopo aver passato una stagione all’inferno, dopo aver attraversato la bruttura che cambia le linee del volto, le rende dure e sinonimo di dolore.
Stasera sono In vena è uno spettacolo ironico e amaro al tempo stesso, in cui racconto parte dall’adolescenza dell’artista in Puglia, negli anni Ottanta: sono gli anni in cui si è formata la Sacra Corona Unita, organizzazione che ha allargato i suoi settori di investimento scoprendo che il disagio umano è una delle cose che in assoluto rendono di più sul mercato. Un racconto semplice sul piano-sequenza di una terra che decide di cambiare direzione, di appropriarsi del proprio male. Si sorride delle vicende del protagonista dall’inizio alla fine, tranne che in alcune fratture che interrompono la narrazione, ci ricordano che quello di cui stiamo parlando è vero, è già successo, e buttano una luce sinistra sulla situazione di oggi: il mercato delle droghe performative, come la cocaina, genera introiti che superano il Pil di alcune nazioni come la Spagna o la stessa Italia.
fuori abbonamento
28 MARZO ore 21,15
GELINDO BORDINI
il maratoneta d'oro
Ingresso FREE
PRENOTA BIGLIETTI
Il grande campione intervistato da Daniele Gigli
Un'idea di Alessandro Severi e Fabrizio Nicchi
Una storia da raccontare passo dopo passo, caratterizzata da vittorie e da primati, vissuta di corsa e sublimata dal titolo olimpico conquistato a Seul nel 1988.
La maratona è una sfida con sé stessi prima che con gli altri, un mix di fatica e di coraggio, un viaggio lungo 42,195 chilometri in cui tutto può accadere e che racchiude infinite sensazioni. Raggiungere il traguardo ha il sapore dell’impresa e in certi casi vale la gloria eterna. Le porte della gloria eterna per Gelindo Bordin si sono spalancate domenica 2 ottobre 1988 con il trionfo nella maratona olimpica di Seul. È stato il primo italiano a conquistare l’oro a Cinque Cerchi in questa specialità, momento più alto di una carriera in cui spiccano anche due titoli europei, un bronzo mondiale e la storica vittoria di Boston.
Imprese memorabili che ripercorreremo sul palco del Teatro di Anghiari, luogo di storie e di autobiografie, conversando proprio con lui: Gelindo Bordin.
> Ingresso gratuito con PRENOTAZIONE CONSIGLIATA
2 MAGGIO ore 21,00
NINFEE
Ingresso €5
Concept e coreografia: Lucrezia C. Gabrieli
Produzione Abbondanza/Bertoni
Musica: 42Stems Giacomo Calli, Emanuele Frusi
Tecnica: Giacomo Calli, Luca Giovagnoli
In collaborazione con Anghiari Dance Hub
Ninfee (Monet, 2023) è l’immersione, attraverso il corpo della performer e il suo movimento, in uno stagno in cui riscoprire le proprie emozioni e percezioni di fronte alla relazione con l’altro, con le persone e con l’ambiente. Nel tempo di una relazione, il corpo attraversa l’entusiasmo, l’affetto, l’amore ma anche la paura, la delusione, la rabbia, l’impotenza… Esplora parti di sé inesplorate, “toccando il fondo” a volte e nell’azione e condivisione modifica l’ambiente in cui vive, e in cui vivrà nel futuro. Lo spazio scenico si offre come uno spazio in cui possono cadere e ritrovarsi alcune parti di noi, in cui possiamo ritrovare oggetti, in cui si scende nell’oscurità, in cui riemergono e galleggiano “pezzi” che saranno parte indelebile della nostra storia, che rimarranno, come rifiuti gettati nelle acque della Terra, sulla nostra superficie fino al momento in cui…
Sulla scia delle precedenti creazioni, ispirate a Mark Rothko e Vincent Van Gogh, anche in questa nuova produzione Lucrezia Gabrieli offre al pubblico un’occasione di incontro tra uno sguardo alla quotidianitá e all’epoca in cui viviamo e, dall’altro lato, i colori e la personalità di un pittore del passato: Claude Monet.