OLGA MUGNAINI
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Braccio di ferro Panariello vs Masini "Lo strano incontro tra musica e ironia"

I due grandi amici in scena domani sera a Capannori (Lucca): "Uno spettacolo nato per caso a cena"

Braccio di ferro Panariello vs Masini "Lo strano incontro tra musica e ironia"

di Olga Mugnaini

CAPANNORI (Lucca)

Ogni sera un duello, un braccio di ferro. Il bello è che non c’è un vincitore e uno sconfitto, ma solo due grandi artisti, due amici che raccontano in musica, e non solo, i diversi modi per guardare la vita, per affrontare le difficoltà, vivere il successo e alla fine fare pace con se stessi.

E’ nato così Panariello vs Masini. Lo strano incontro, un tour nazionale che domani sera arriva all’Area Verde di Capannori, alle 21.30 (altre tappe 9 agosto Forte dei Marmi, 10 agosto Castiglioncello, 13 agosto Follonica, 2 settembre Prato e 3 settembre Pisa).

Due amici che non hanno niente in comune, dite voi. Ma è vero? E come nasce questo spettacolo?

Panariello. "E’ nato per caso, a cena, tra una chiacchierata e l’altra, cercando di capire chi ha ragione nel modo di vedere le cose, come l’amore o l’amicizia, ma anche la disperazione, concetti che ci divertiamo ad affrontare in maniera diversa, lui con la canzone, io con l’ironia".

Partiamo dall’amore. Come lo vedete?

Masini. "Non c’è un modo per definirlo, perché si presenta sotto tante forme, la cosa più difficile è conoscerlo. Perché quando una storia d’amore finisce e si comincia a viverne un’altra, pensiamo di affrontarla con gli stessi parametri. E invece è tutta un’altra cosa. Ecco perché le canzoni d’amore non finiscono mai. Perché le storie sono tutte diverse, infinite".

Panariello. "Io mi sono innamorato in maniera diversa tante volte. Ed è per questo che mi piacciono le canzoni di Marco, perché riesce a parlare dell’amore in tutte le sue sfaccettature".

Passiamo alla disperazione. Tu Marco hai scritto la magnifica “Disperato”.

Masini. "Le canzoni sono sempre figlie di un tempo e Disperato appartiene a una generazione con un disagio che veniva dagli anni ’80 e ’90, l’epoca di Tangentopoli, dove la gente aveva perso punti di riferimento, ideali e convinzioni politiche. Ma più che altro si erano persi gli uomini, perché ci avevano tradito. Oggi le generazioni vivono un altro tipo di rabbia, odio, paure. Però ora io non ho più 26 anni ma 59. E raccontare oggi la disperazione è più difficile perché col tempo acquisisci più consapevolezza e più serenità".

Panariello. "Ci sono stati momenti difficili nella mia vita, che fortunatamente non sono mai diventati disperazione, grazie forse a questa piccola valvoletta di scarico che è l’ironia e il disincanto nel vedere le cose. Una protezione adottata anche inconsciamente e usata a mio vantaggio sul palcoscenico".

Cosa deve aspettarsi il pubblico dal vostro spettacolo?

Panariello. "Chi lo sa. Noi stessi ogni sera siamo lì a vedere come reagirà la gente alla nostra accoppiata, al mescolare il lato divertente di Marco al mio cantare le sue canzoni".