Bruno Benigni, la mappa per riscoprire la politica del secondo Novecento

Il 27 aprile la presentazione del libro che gli ha dedicato il Centro Basaglia

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Arezzo, 24 marzo2025 – Bruno Benigni, la mappa per riscoprire la politica del secondo Novecento

Il 27 aprile la presentazione del libro che gli ha dedicato il Centro Basaglia

La fotografia di Bruno Benigni è la mappa per ripercorrere la storia politica tra secondo Novecento e primi anni Duemila. Si ritrovano luoghi oggi nascosti, ricoperti di polvere e dai nomi antichi: dialogo, etica, solidarietà, rispetto delle istituzioni, servizio.

L’evento Il libro “Bruno Benigni, politico austero e visionario” ricostruisce questa mappa e invita alla riscoperta. Voluto dal Centro Basaglia di Arezzo, edito da Clichy Firenze e scritto da Claudio Repek, verrà presentato giovedì 27 marzo, con inizio alle 15, nella Sala dei Grandi della Provincia di Arezzo. Dopo i saluti istituzionali del Presidente della Provincia, Alessandro Polcri e del consigliere regionale Vincenzo Ceccarelli, è in programma la relazione di Tina Chiarini, Presidente del Centro Basaglia e gli interventi di Emilio Lupo (Psichiatria democratica nazionale); Gavino Maciocco (Università di Firenze), Alessio Gramolati (Spi Cgil Toscana), Sauro Testi (cooperativa Koinè). Bruno Benigni sarà infine ricordato da Livia Turco, già ministra della sanità e oggi Presidente della Fondazione Nilde Iotti. Chi era Bruno Benigni attraversa la seconda metà del Novecento ed ha la possibilità di compiere solo pochi passi nel nuovo secolo. Conosce e rappresenta molti elementi di questa lunga fase storica. La povertà. Nato nel 1932 a Castiglion Fiorentino, fa parte di una famiglia povera e numerosa, sfollata durante la guerra. Da bambino raccoglie il letame dei cavalli dalla strada per rivenderlo come concime e per divertirsi nuota nella pozza di una vecchia cava. Frequenta le medie perché la maestra gli paga l’iscrizione. Lo studio. Frequenta l’istituto magistrale e diventa maestro. Insegna in un piccolo paese sul lago Trasimeno. La cultura è il sale della sua vita. L’impegno. E l’anima del dialogo tra comunisti e cattolici ad Arezzo, ha rapporti con Aldo Capitini e contribuisce all’organizzazione della Marcia per la pace, diventa consigliere comunale Pci a Castiglion Fiorentino. L’istituzione. Tra il 1970 e il 1980 è assessore provinciale. E, in questo ruolo, protagonista con Italo Galastri della chiusura del manicomio. Attiva il servizio di medicina del lavoro e collabora con il Comune di Arezzo all’inserimento dei bambini con difficoltà nelle classi ordinarie. Consigliere regionale dal 1983 e ida questo anno fino al 1990, è assessore regionale. La visione. Benigni è tra i protagonisti della chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari, lavora alla garanzia del diritto alla salute dei carcerati, delinea la riorganizzazione degli ospedali toscani con la chiusura di quelli piccoli, inizia a progettare i servizi di salute territoriali e quindi Distretti e Case della salute. L’etica. Alle auto blu preferisce il treno o guidare direttamente le auto di servizio. Non chiede rimborsi spese. Viaggia e lavora sempre con la stessa borsa, consumata dagli anni e dal lavoro. Non ama la cravatta e i media. La famiglia. I ruoli e gli incarichi non tolgono la famiglia dal primo posto delle sue priorità. Ogni ora libera è nella casa di Castiglion Fiorentino. Le vacanze sono in montagna con moglie e figli. Il sindacato. Dopo essere stato consulente dei gruppi parlamentari Pds e della Lega nazionale per le autonomie locali, per 12 anni – dal 1998 al 2010 - è consulente dello Spi Cgil su sanità, salute e distretti.

Lo spirito di servizio. Nel 2001 fonda il Centro Basaglia di cui sarà Presidente quasi fino al giorno della sua morte, avvenuta nel 2015.