MANUELA PLASTINA
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Bullismo anti gay Offeso e aggredito "Ora ho paura a girare nelle strade sotto casa"

Bottigliate e parolacce, terrore per un ragazzo mentre passeggia "A scuola sono sicuro, nel mio paese no. Ho timore a uscire". Lo sfogo della mamma via social: "Quelli sono solo ’poppanti’" .

Bullismo anti gay  Offeso e aggredito   "Ora ho paura a girare   nelle strade sotto casa"

Bullismo anti gay Offeso e aggredito "Ora ho paura a girare nelle strade sotto casa"

di Manuela Plastina

"A scuola, a Firenze, ovunque mi sento tranquillo e al sicuro e posso essere me stesso senza nascondermi. Brutto aver paura nel girare per strada nel mio paese". Simone (nome di fantasia) è il 18 enne che lunedì sera è stato aggredito, prima verbalmente e poi con il lancio di una bottiglietta, da un gruppo di cinque ragazzi all’altezza del circolo Acli di Grassina, la frazione di Bagno a Ripoli dove vive da sempre. Aggredito – denuncia – perché omosessuale. L’episodio è stato denunciato dalla mamma su Facebook "perché si sappia quello che ha passato, nella speranza che leggano il post anche i genitori di questi cinque ’poppanti’". Il coraggio della mamma e di Simone di uscire allo scoperto ha incassato la solidarietà di tutto il paese, a partire dal sindaco Francesco Casini e di tante persone conosciute e sconosciute.

Domani Simone andrà dai carabinieri a sporgere denuncia contro ignoti.

"Lunedì sera dopo cena – racconta a La Nazione – ero con un’amica e passeggiavamo. Lei era vicino a me, probabilmente neanche si notava la sua presenza. A un certo punto, all’altezza del Circolo, ci viene lanciata contro una bottiglietta: per fortuna non ci ha colpito". Poco dopo, il gruppo di 5 giovani da cui è partito il lancio, si avventa contro di loro. "Mi sono venuti vicino e uno mi ha iniziato a urlare e a offendere". Le parole sono irripetibili, offensive, violente e a sfondo omofobico e sessuale. "Dovevo proteggere la mia amica e non ho risposto, né reagito. Abbiamo allungato il passo e ci siamo allontanati". Quando è arrivato a casa, babbo e mamma ancora non dormivano.

"Tremavo dalla paura e ho raccontato loro quanto avvenuto". Poi lo sfogo della mamma su Facebook. "Sono sconvolto da quanto successo. Ho fatto coming out dapprima con la mia famiglia, che mi ha compreso e abbracciato. Poi con i miei amici e a scuola. Non mi nascondo perché non ho niente da nascondere. Giro tranquillamente per Firenze, dove studio, coi miei amici, a volte indossando tacchi e trucco: non mi è mai successo niente. A scuola ho trovato un ottimo ambiente tra professori e compagni: posso essere me stesso. Mai avrei pensato che un episodio del genere potesse avvenire nel mio paese, dove ho fatto le scuole da piccolo e dove la vita è tranquilla. Non voglio aver paura sotto casa mia".

Il coraggio di Simone ora diventerà denuncia per cercare di individuare questo gruppo di 5 ragazzi, probabilmente molto giovani, e far sapere alle loro famiglie il gesto spregevole di cui si son resi protagonisti. Perché, come ha detto il sindaco Casini, "l’ignoranza genera mostri". Aggiungendo che dell’argomento si parlerà in un incontro alla Casa del Popolo di Grassina sabato pomeriggio, già organizzato da tempo con l’assessore alla parità Francesca Cellini. Un’iniziativa che ora assume un significato diverso e che vuol lanciare proprio a Simone un messaggio preciso: "Grassina è un’altra cosa e ti è vicino".