di Manuela Plastina
FIRENZE
Sono tante le storie che si celano dietro presepi grandi e piccoli, creati per questo Natale o di origini antiche, plasmati dalle mani dei bambini di una scuola oppure figli di una tradizione familiare che va avanti da generazioni.
Sono tanti racconti di vita arrivati a “Capannucce in Città“, la rassegna che da 22 anni a Firenze premia chi realizza il presepe, vero simbolo del Natale. Forte il legame con La Nazione, da questa edizione ancora più rafforzato nel nome della condivisione del "Valore presepe" da far tramandare ai più giovani come simbolo universale, senza confini.
Con la presidenza di Padre Bernardo Gianni e sotto la guida del fondatore Mario Razzanelli (presente alla cerimonia anche il professor Paolo Blasi, past president) anche quest’anno ha raccolto circa 2000 iscrizioni e tante, tantissime storie. Come quella di Luciano Sernicola che è arrivato in treno dalla provincia di Terni insieme a sua moglie per partecipare alla cerimonia finale di Capannucce in città e, con sua sorpresa, ha ricevuto un premio speciale.
Come d’altra parte non apprezzare il presepe che ha portato in viaggio con sé? E’ stato realizzato in miniatura dentro una trousse da viaggio, quella valigetta che alcuni amici donarono a sua moglie quasi 52 anni fa per il loro viaggio di nozze.
"Amiamo il presepe da sempre e ne ho realizzati tanti in famiglia. A questo tengo particolarmente", sottolinea Luciano mentre lo custodisce geloso tra le braccia, con al fianco la sua signora. O come la storia di Simonetta Ceglia che ha ricevuto una delle targhe della Nazione quale menzione speciale: il vicedirettore Luigi Caroppo e la caporedattrice Erika Pontini l’hanno consegnata nelle sue mani, ma si sentiva forte la presenza del papà Alfonso, presepista appassionato che da anni partecipava a Capannucce in Città allestendo un grande presepe proprio nella stanza di Simonetta.
È venuto a mancare proprio all’inizio di questo dicembre. La figlia ha ritirato la targa in suo nome e ieri mattina l’ha portata a "far vedere" a suo padre sulla tomba dove è sepolto. Un gesto d’amore raccontato in una capannuccia.