Come una partita da ripetere. Manolo Portanova per ora può continuare a giocare, ma la Corte d’appello federale dovrà riformare il processo e prendere una decisione sulla proposta di radiazione o, in subordine, di cinque anni di squalifica, per il 23enne calciatore della Reggiana (squadra di Reggio Emilia che milita nel campionato di Serie B), condannato penalmente in primo grado, in abbreviato, a sei anni per violenza sessuale di gruppo. È quanto di fatto ha stabilito ieri a Roma il Collegio di garanzia del Coni, l’organo più alto della giustizia sportiva (equiparabile a una sorta di Cassazione) che ha accolto "in parte qua" il ricorso della procura generale dello sport che aveva impugnato sia la prima decisione del tribunale nazionale sportivo sia la seconda della stessa corte d’appello della Figc (Federazione italiana giuoco calcio) nelle quali gli organismi di giustizia ritennero di non dover entrare nel merito "non avendo giurisdizione" in materia. Il Coni ha respinto sì il reclamo del procuratore generale Ugo Taucer in merito alla proposta di radiazione, ma ha rinviato la causa alla Corte d’appello federale "affinché fondi la propria decisione uniformandosi al principio di diritto rassegnato in parte motiva", come si legge nel dispositivo emesso nel tardo pomeriggio di ieri. Insomma, tutto da rifare. Ma una decisione dovrà essere presa nella nuova udienza che verrà verosimilmente fissata nel tempo di un mese.
"È una pericolosa apertura che può creare un precedente – ammonisce Gabriele Bordoni, l’avvocato che difende Portanova nel processo penale (mentre in quello sportivo si è affidato alla legale romana Silvia Tortorella, specializzata in materia) – perché per la prima volta la giurisdizione sportiva va in un ambito esterno. Ciò vuol dire che qualunque sportivo dovesse compiere un reato al di fuori della sua attività, come per esempio anche un incidente stradale con colpa, potrà essere punito a livello disciplinare e rischiare di non poter più lavorare".
Portanova, figlio d’arte (papà Daniele ha giocato – tra le altre – con Bologna, Genoa e Napoli) dovrà comparire, con data ancora da fissare, davanti alla corte d’Appello di Firenze alla quale ha presentato ricorso sulla sentenza di primo grado penale per il presunto stupro di gruppo avvenuto a Siena il 30 maggio 2021 nei confronti di una 22enne. Con lui sono stati condannati anche lo zio e il fratello all’epoca minorenne. Per il quarto deve ancora iniziare il dibattimento.