Arezzo, 7 novembre 2024 – Conferenza su Anna Achmatòva, Una profezia dell’anima
Sabato 9 novembre, ore 17, Sala Consiliare, Terranuova
Nell’ambito del progetto Visionari e/o Profeti, a cura dell’Accademia Valdarnese del Poggio
Si terrà sabato 9 novembre, alle ore 17, in sala consiliare la conferenza di Carmelo Mezzasalma, docente di Letteratura italiana e presidente onorario Accademia Marsilio Ficino, su Anna Achmatòva, dal titolo Una profezia dell’anima.
L’incontro, organizzato nell’ambito del progetto Visionari e/o Profeti, a cura dell’Accademia Valdarnese del Poggio, è dedicato alla Achmatòva, poetessa russa (1889-1966), considerata (insieme a Marina Cvetaeva) tra le maggiori del Novecento; il suo pensiero, alla luce dell'ultima devastante guerra in Ucraina, è ancora oggi molto attuale.
Nata ad Odessa nel 1889, la vita di Anna Achmatòva, come tutta la sua poesia, ha varcato ben presto i confini della Russia, intrecciandosi con la storia e le drammatiche vicende del suo paese. Il suo primo marito, il poeta Nikolai Gumilev, nonostante la celebrità di cui godeva, venne fucilato nel 1921 con l’accusa di attività “controrivoluzionaria”, mentre il loro unico figlio, Lev, fu condannato a morte nel 1938.
Infine, la stessa Achmatòva, fu ostacolata continuamente dal regime sovietico, conoscendo così anni di solitudine e di sofferta emarginazione. In realtà, l’opera di Achmatòva si ricollegava alla grande tradizione della letteratura russa fra Ottocento e Novecento. “Di fatto – dice Carmelo Mezzasalma – la sua poesia voleva essere, innanzitutto, poesia della realtà, carica di valori esistenziali e profondamente umani che vanno molto al di là del Novecento e che investono anche il nostro presente. A cominciare dalla Russia contemporanea, nuovamente nelle mani di un dittatore come Putin, e che sembra essere tornata indietro di cento anni, aggredendo l’Ucraina in una guerra devastante. Rileggere oggi Anna Achmatòva, alla luce di questi eventi di guerra e di tragedie contemporanee, significa soprattutto chiedersi: “E noi. Che cosa stiamo diventando? E io, cosa sono diventato?”