Contesa infinita a Pistoia per le opere di Marini

Il patrimonio del maestro Marino Marini, custodito a Pistoia, è inaccessibile poiché la struttura non è a norma. Il Comune di Pistoia propone una soluzione, ma la Fondazione Marini non è d'accordo. La Soprintendenza conferma: senza il consenso non si può traslocare.

Di certezze, poche. Se non una, la più visibile e dolorosa: il patrimonio del maestro negato, per via di una struttura – il Museo Marino Marini a Pistoia, a Palazzo del Tau, casa di oltre un centinaio di opere dell’artista – non più idonea ad accogliere il pubblico poiché non a norma. Parlare dall’inizio dell’affare Marini è ripercorrere la storia di una frattura diventata nel tempo guerra, neanche troppo sotterranea. Da una parte il Comune di Pistoia, proprietario dell’immobile adibito a museo chiuso dal 2019, dall’altra la Fondazione Marino Marini di Firenze, proprietaria di quelle opere lì custodite; nel mezzo uno statuto, quello costitutivo dell’ente, che detta le volontà della vedova Marini, la signora Mercedes Pedrazzini, attorno alle finalità della stessa Fondazione in memoria del maestro, il cui legame con Pistoia è evidente.

Un legame sancito a suo tempo dal Ministero dei Beni Culturali, poi rafforzato da una sentenza del Tar (invocato dalla Fondazione Marini) e infine annullato dal Consiglio di Stato, con un recente pronunciamento (maggio) che spalanca un vuoto: e ora che la giustizia ha espresso l’ultima parola, alle opere che succede? L’imminente loro trasferimento a Firenze già in autunno è un’ipotesi concreta. Per correre ai ripari, la soluzione ultima sfoderata dal Comune di Pistoia nelle parole del sindaco Alessandro Tomasi che individua nel complesso di San Lorenzo a Pistoia la nuova casa del Museo. Ma quell’area non è pronta essendo oggetto di una maxi opera di ristrutturazione legata ai fondi del Pnrr e non lo sarà prima del 2026.

A ritenere percorribile questa strada tutti (Regione Toscana, Provincia di Pistoia, Diocesi di Pistoia e Pescia, Camera di Commercio Pistoia-Prato e Fondazione Caript che pure offrirebbe le sue strutture per ospitare le opere di Marini in attesa del completamento di San Lorenzo), tranne la Fondazione Marini. Che alza di più il muro. Poi il pronunciamento della Soprintendente Ranaldi: "Senza il nostro consenso le opere non potranno traslocare".

Linda Meoni