ILARIA ULIVELLI
Cosa Fare

E a Firenze la sanità litiga fra Asl, Careggi e Meyer

Condividere piani e idee non basta: cambiare passo per superare le diffidenze

Nessuno si salva da solo. E la sanità pubblica in questo momento di salvarsi ne ha un bisogno quasi disperato. Anche per questo il presidente toscano Giani ha lanciato la cooperazione tra Asl Toscana centro e le due aziende ospedaliero universitarie di Firenze, Careggi e Meyer (che è anche Irccs, istituto di ricovero e cura a carattere scientifico). Realizzare progetti insieme consentirebbe di evitare inutili e costose duplicazioni di servizi, di migliorare l’assistenza con nuove e migliori opportunità per i pazienti. E tante altre cose. Nonostante i progetti siano già in rampa di lancio e alcuni addirittura già partiti, è bastato annunciarli pubblicamente ad azionare le difese immunitarie del policlinico fiorentino. La reazione è stata così forte da determinare una frenata brusca e, in un caso, il progetto per l’odontoiatria pediatrica, addirittura a far ingranare la retromarcia e cambiare prospettiva, inglobando anche Careggi. Finirà così anche per gli altri quattro progetti? Riusciranno a vedere la luce?

Il Meyer e l’Asl Toscana centro hanno messo a punto un centro di aritmologia pediatrica, una collaborazione sulla neonatologia e i punti nascita, il coordinamento delle cure palliative e la chirurgia pediatrica. Il Meyer, già nell’eccellenza, ha bisogno di crescere ulteriormente. Negli ultimi anni l’ospedale pediatrico, cui è stato riconosciuto lo status di Irccs, ha viaggiato un po’ con le gomme sgonfie. Per essere un polo a così elevata specializzazione mancano discipline e punti di riferimento importanti. Dunque è fondamentale che ci si muova cercando di crescere ancora. Per questo, oltre ai cinque progetti con l’Asl, sono in corso di creazione quattro centri interaziendali – con Careggi – per la cardiologia, l’urologia, la radioterapia pediatrica e la nefrologia.

Se i campanili rendono estremamente complesso far trovare alla Toscana un denominatore comune, un’identità – di cui da oggi si discuterà per cinque giorni in un festival dedicato –, le baronie careggine rischiano ancora di minare lo sviluppo di nuovi progetti per i pazienti. E’ sempre stato così, l’egemonia dell’azienda ospedaliero universitaria fiorentina è sempre stata così esuberante da riuscire a rintuzzare la voglia di crescere che si sviluppava altrove che poi è riuscita – comunque – a emergere con grandi professionalità. Con fatica. Il potere vuol tenere tutto sotto controllo, senza lasciare sfuggire nulla. Ora le forze non sono più sufficienti: i costi di servizi doppi e tripli costano al sistema tanto da non consentire di realizzare quelli che mancano. Non sarebbe accettabile.

Ora che succede? L’Asl Toscana Sud Est ha compiuto il suo matrimonio felice con l’azienda ospedaliero universitaria delle Scotte, eppure anche a Siena non sono esenti da queste problematiche. Anzi. Un monito sia chiaro a tutti: se non si realizzassero le strutture annunciate per guerre di potere i cittadini non capirebbero. E avrebbero ragione loro.