
E Perugia tornerà a essere "capitale" dell’informazione
Le guerre, partendo da quella tra Israele e Hamas e dalle conseguenze sui civili a Gaza e poi le elezioni nel mondo, i media in esilio, le sfide dell’intelligenza artificiale, il cambiamento climatico, le donne tra patriarcato, femminicidi, stereotipi, e tanto, tanto altro ancora. Per cinque giorni, da mercoledì 17 a domenica 21 aprile, Perugia torna ad essere la capitale globale dell’informazione e dell’attualità grazie al ritorno del “Festival Internazionale del Giornalismo“. Arrivato alla diciottesima edizione, considerato un evento unico e magico, il Festival terrà banco nei luoghi più simbolici e importanti dell’acropoli – su tutti il meraviglioso Auditorium San Francesco al Prato – con un cartellone ricchissimo e vorticoso, aperto ai fermenti, alle tensioni, alle voci del momento: sono attesi quasi 600 speaker (tre non si possono ancora rivelare per ragioni di sicurezza) provenienti da tutto il mondo che si alterneranno in più di 200 eventi a ingresso gratuito, in diretta streaming e on demand sul sito e sul canale YouTube.
"Sarà l’edizione più internazionale di sempre – dicono soddisfatti gli ideatori e direttori Arianna Ciccone e Chris Potter –, grazie anche alle tantissime e importanti proposte arrivate durante la fase organizzativa, a sottolineare la fiducia e la stima consolidate nei confronti del Festival. Il prossimo anno questo format sarà ancora più accentuato e aumenteremo gli eventi internazionali".
Quanto al programma, in prima linea ci sarà il dibattito sulle guerre: dall’Europa, alla Russia e al Medio-Oriente, con la presenza di firme del giornalismo internazionale e testimonianze dirette degli inviati. "Stiamo assistendo a una vera e propria disumanizzazione, è questo uno degli approcci con cui analizzeremo quello che sta accadendo tra Israeliani e Palestinesi" dice Arianna Ciccone che non esita a prendere posizione: "Liberate gli ostaggi e cessate il fuoco: è la posizione che sarà rispettata dal Festival". Per parlarne saranno a Perugia, tra i tanti, il fotoreporter palestinese Motaz Azaiza, rappresentanti di Haaretz, quotidiano progressista in Israele, in una doppia prospettiva ebraica e palestinese e Francesca Mannocchi, autrice di video-reportage e documentari. Partendo dalla morte di Navalny, si parlerà di repressione in Russia, ma anche in Iran e in Afghanistan. Tra gli incontri, Paolo Giordano e Cecilia Sala, una conversazione tra Roberto Saviano e Barbara Serra e poi Zerocalcare, Federica Sciarelli con il format di “Chi l’ha visto?“, Lucia Annunziata, Vincenzo Schettini, Marco Damilano, Vera Gheno.
Sofia Coletti