Fiesole: 7 luoghi da scoprire

Un itinerario per una gita alle porte di Firenze, alla scoperta di un affascinante borgo antico

Teatro romano di Fiesole. Foto Nikater via WikiCommons

Firenze, 18 agosto 2017 – Quando gli antichi Romani arrivarono sulle sponde dell’Arno per fondarvi la nuova colonia di Florentia, lì vicino, sul colle a nord della vallata, esisteva già da diversi secoli un’altra città: Fiesole, borgo di origine etrusca, della cui esistenza si hanno prove almeno a partire dal VI-V secolo a. C. Di questo antichissimo centro si conservano ancora diverse testimonianze, a cui si sono aggiunti, nel corso del Medioevo, importanti monumenti. Ecco un itinerario in sette tappe, per chi volesse concedersi una gita fuori porta all’insegna dell’arte e della storia.

La chiesa e il convento di San Domenico. Percorrendo la strada principale che porta sul colle, poco prima di arrivare a Fiesole, vale la pena fermarsi a San Domenico per visitarne la chiesa e il convento. Iniziato nel 1406 e poi ampliato e modificato nel corso del XVII secolo, questo complesso è famoso principalmente perché ospita la “Madonna col Bambino e i Santi Tommaso d’Aquino, Bàrnaba, Domenico e Pietro Martire”, trittico eseguito nel 1425 dal Beato Angelico, che visse in questo monastero fino al suo trasferimento a San Marco. In seguito l’opera fu trasformata in tavola da Lorenzo di Credi nel 1501, che ne modificò anche lo sfondo.

La Badìa Fiesolana. Questo edificio, dalle origini molto antiche, fu per secoli la cattedrale della città, dedicata ai santi Pietro e Romolo. Quando nel 1028 venne costruita la nuova cattedrale, la badìa passò prima ai camaldolesi che la dedicarono a san Bartolomeo, poi ai benedettini e infine ai roccettini. Nel 1456, sotto Cosimo il Vecchio, iniziarono i lavori per l’ingrandimento, ma la facciata restò incompiuta: nella parte inferiore è ancora possibile vedere quella originaria, caratterizzata dalla tipica decorazione in marmo bianco e verde. L’interno, a navata unica con cappelle laterali, è in pieno stile rinascimentale, dai ritmi brunelleschiani.

La cattedrale di San Romolo. Costruita nel 1028 per sostituire la Badìa, questa chiesa subì nel corso dei secoli diverse modifiche, fino all’ultimo intervento avvenuto tra il 1878 e il 1883, in cui fu in parte ricostruita per essere riportata all’aspetto originale: a questo periodo risale in particolare la facciata, mentre il campanile è stato rifatto nel Settecento. Semplice e insieme maestosa, la cattedrale di San Romolo presenta le caratteristiche della basilica romanica, con la pianta a tre navate e il soffitto a capriate lignee.

La chiesa di Sant’Alessandro. Edificata nel VI secolo nel luogo dove sorgeva un antico tempio pagano, la chiesa di Sant’Alessandro è stata oggetto di continui rifacimenti fino agli inizi dell’Ottocento. In seguito, un recente restauro, avvenuto tra il 1953 e il 1976, le ha conferito l’aspetto attuale che purtroppo ha azzerato ogni stratificazione storica. L’interno, che oggi è spesso sede di mostre, presenta ancora tracce degli affreschi del XVI secolo con le Storie di Maria.

La chiesa e il convento di San Francesco. Il complesso, che risale al primo Trecento, nasce sul luogo dell’acropoli etrusca e poi romana. In seguito ha subito varie modifiche, tra cui un ampliamento ad opera dei frati francescani nel 1399. All’interno si conservano importanti dipinti. Dalla sacrestia si accede ad un piccolo chiostro del XV secolo ora sede del museo Etnografico Missionario, mentre sul lato destro della chiesa si estende il convento, di cui è visitabile solo il chiostro trecentesco. Nelle giornate di sole da qui si può godere di una vista mozzafiato di Firenze e delle colline.

Il museo Bandini. Degno di una visita è anche questo piccolo museo, nato per conservare ed esporre le opere che il canonico Angelo Maria Bandini ha donato alla sua morte al vescovo e al capitolo di Fiesole. La collezione presenta dipinti della scuola toscana del XIII, XIV e XV secolo, sculture di epoche diverse e vari oggetti d’arte minore.

L’area archeologica. La scoperta di questo sito si deve al barone prussiano Friedrich von Scherlerstein che nel 1809 che riportò alla luce parte del teatro romano. In seguito, dal 1870 in avanti, scavi sistematici hanno fatto emergere anche altri edifici, sia di epoca etrusca (il tempio) sia romana (il tempio e le terme). Particolarmente suggestivi sono il teatro romano, di cui restano le gradinate e gli ambienti di servizio, e le terme, che si estendono su circa 4500 metri quadri e di cui si conservano il frigidarium, il tepidarium e il calidarium.