
Gialappa’s, una risata lunga 30 anni "A scuola noi, Dante e Shakespeare"
"La nostra è la voce più famosa d’Italia? Sotto di noi c’è Mina". La Gialappa’s Band ha scelto il Festival della Risata di Lucca per presentare il libro “Mai dire Noi, tutto quello che non avreste mai voluto sapere“ come unico appuntamento in Toscana, con la nuova formazione ormai rodata con Marco Santin e Giorgio Gherarducci. Carlo Taranto, terzo Gialappo, si è collegato durante la presentazione.
Avete scelto Lucca, ieri, per l’unica presentazione in Toscana, come mai?
Marco: "Perché è l’unica che ce l’ha chiesto, per questo ci abbiamo creduto molto".
Giorgio: "Non è vero, ce l’ha chiesto anche Pistoia, ma ce l’ha chiesto dopo e abbiamo rifiutato sdegnati (ridono, ndr). A a parte gli scherzi salutiamo gli amici pistoiesi, sappiamo dell’odio viscerale che c’è tra tutte le provincie toscane"
Siete le voci più famose d’Italia, ma non tutti conoscono la vostra faccia, come vivete questa situazione?
M: "Abbiamo organizzato così, i primi 30 anni di carriera: solo voce. I prossimi 30 solo faccia ma muti. I più abili riusciranno a unire le due cose".
G: "Questo a divisione è il nostro segreto per vivere bene e avere una vita normale, senza fan che ti assediano per picchiarci, nel nostro caso".
State presentando il libro, lo show su Tv8 è andato molto bene, vi aspettavate questo successo?
G: "Ovviamente si. Non è vero, non ce lo aspettavamo anche se ci speravamo. Il libro è in giro già da qualche mese, ma è senza tempo, come la Divina Commedia e Shakespeare".
M: "Questo è proprio il trittico classico delle scuole: noi, Dante e Shakespeare".
Si dice che nella comicità odierna non si possa più dire niente, è vero?
M: "Come si vede dal programma che abbiamo fatto e rifaremo su Tv8 dal 16 ottobre, ce ne siamo strabattuti di questa cosa".
G: "Non è vero che in Italia non si può più dire niente, è vero che se dici cose scomode ti possono rompere le scatole. Bisogna fregarsene delle reazioni".
Un mix di comici che vi accompagnano da anni e nuove leve, chi vi piace di più della nuova generazione?
G: "Forrest lavora con noi da 30 anni, poi c’era Pantani e Cesena (Jean Claude ndr), gli altri erano tutti nuovi. Alterniamo vecchi compagni e volti nuovi. Ci sono tanti ragazzi bravi: Lundini, Edoardo Ferrario, Stefano Rapone che ora lavora con noi, solo per citarne alcuni".
Dopo il libro e il programma quali sono i prossimi obiettivi?
M e G: "Andare a dormire e farci una pennica".
Iacopo Nathan