
I ragazzi lo dicono così: "Sentimenti e incontri. Tutto a misura di social"
di Teresa Scarcella
"Io vorrei parlarti d’amore, con le antiche e usate parole" cantava Sergio Endrigo. Ma se i sentimenti rimangono immutati, le antiche parole lasciano il posto a quelle nuove. Utilizzate dai più giovani, alcune finiscono per entrare nell’uso comune. Le ha studiate Luisa di Valvasone, collaboratrice dell’Accademia della Crusca.
"Il linguaggio dei giovani, tra le caratteristiche, ha quello di essere rispondente ai cambiamenti in modo anche rapido. La maggior parte dei giovanilismi vivono un periodo di moda e poi scompaiono altrettanto rapidamente. Ci sono parole, però, che si trovano nel linguaggio giovanile da anni e anche nell’uso colloquiale".
Per esempio quali?
"Le parole nuove seguono i cambiamenti della nostra era, nell’era di internet e di relazioni più volatili, in cui il mezzo scritto torna ad avere la sua importanza. Il corteggiamento è cambiato, oggi suona antiquata che richiama al passato. Oggi non si corteggia, al più ci si prova".
Se parliamo di relazioni e di incontri non si può non tenere conto delle app.
"La più famosa, Tinder, è ormai entrata nel lessico comune, dando vita a derivati italianizzati: tinderare, tinderato/a". (Anche tinderino/a oppure matchare ndr).
Quali sono quelle più utilizzate nel quotidiano?
"Per esempio “friendzone“, la zona dell’amicizia. Si diffonde grazie a serie tv americane che in realtà sono un po’ datate ed entra a far parte delle conoscenze linguistiche di tutti. Non a caso è stata inserite nei vocabolari più aggiornati. E poi la parola “ghosting“: ghostare, scomparire dalla vita di una persona senza dare spiegazione e rendersi irriperibile, quindi comportarsi come un fantasma".
Una parola nuova per descrivere qualcosa che accadeva anche prima?
"Il comportamento non è una novità. Prima era sicuramente più facile, o comunque meno di impatto. Oggi le spunte blu su Whatsapp si subiscono di più".
Altre?
"Penso a “crush“, ovvero la vecchia cotta, l’infatuazione per un/a conoscente o anche una celebrità. Interessante è che è usata prevalentemente al neutro, si usa come sostantivo al posto del nome proprio della persona, oppure si dice “una crush“ per indicare appunto la cotta stessa".
In questo periodo sta studiando qualche parola?
"Mi sto occupando di “sottone/a“, le ricerche sono in fase preliminare. La parola era già in uso nei primi anni 2000, riferita ad una persona con una dipendenza con la droga, quindi “starci sotto“. Negli ultimi anni il significato più prevalente è diventato “stare sotto a una persona“, quindi avere un’infatuazione talmente forte da essere disposti a fare tutto per conquistare l’altro o l’altra".
A proposito di tendenze e di parole che vanno di moda tra i giovani, c’è un fenomeno preoccupante che sta prendendo piede di recente, sempre parlando di relazioni e sentimenti, raccontato soprattutto (ma non solo) su Tik Tok. Ovvero il “malessere“. Declinato perlopiù al maschile, viene usato per indicare un determinato tipo di ragazzo, quello che lascia sulle spine, che non dà certezze, sparisce e poi ritorna. Il vecchio “bello e dannato“ per intendersi (per usare un eufemismo) con una differenza: può anche non essere bello, l’importante è che sia dannato. Su Tik Tok ci sono tanti video esemplificativi. Il “malessere“ - come spiegano i ragazzi stessi sui social - agisce possibilmente di notte, con messaggi mirati a confondere le idee; si rifà vivo per noia o dopo una rottura; comunica con like e reazioni alle storie Instagram, ascolta musica spagnola o napoletana. Ma il peggio, a quanto pare, arriva dopo. Nel ruolo di fidanzato, il “malessere“ è quello geloso, possessivo, che vuole avere il controllo sulla ragazza, mentre lui può fare ciò che vuole. La versione femminile esiste, ma è più rara. Risultato: la relazione tossica viene erroneamente romanticizzata e vantata sui social.