Il capolavoro di Cimabue. Gloria alla Maestà di Assisi. Sublime luce al restauro

Il “vero“ San Francesco svelato nell’affresco al quale è stata data nuova vita. Era da mezzo secolo che non si interveniva sul dipinto datato 1285-1290.

ASSISI (Perugia)

E’ rifiorito, grazie alla casa automobilistica Ferrari, l’affresco della "Madonna in trono col bambino, angeli e San Francesco" di Cimabue, noto come la "Maestà di Assisi", grazie ai lavori di restauro, consolidamento e ripulitura.

E’ davvero un grande recupero, questo, non solo per l’arte sacra dell’Umbria ma anche per tutto il patrimonio culturale pittorico italiano, di cui Cimabue fu uno dei primi più grandi rappresentanti.

"Dobbiamo ringraziare Cimabue per questo affresco perché, con questa rappresentazione, ha messo in evidenza la semplicità di Francesco, la sua umiltà, il suo essere trasparenza di Dio", ha detto fra’ Marco Moroni, Custode del Sacro convento, in occasione della presentazione degli esiti dell’intervento, realizzato grazie appunto al contributo della casa automobilistica Ferrari. Un mecenate d’eccezione, dunque, grande espressione del “made in Italy“ celebre in tutto il mondo, degno “compagno di viaggio“ di un’opera d’arte così preziosa e signirficativa.

Il lavoro di restauro è durato un anno, compiuto da Tecnireco diretta dal capo restauratore della Basilica di San Francesco Sergio Fusetti.

Era da mezzo secolo che non si interveniva sul dipinto, databile tra il 1285 e il 1290, il primo realizzata da Cenni di Pepo, noto come Cimabue, all’interno della Basilica.

L’opera è situata nella parte destra del transetto nord della chiesa inferiore, realizzato con una tecnica a secco. Aveva subito numerosi interventi di restauro, subendo anche modifiche rilevanti, come nel caso del volto di San Francesco.

L’affresco è celebre non soltanto per la raffigurazione della Vergine in trono, ma anche per quello che si ritiene essere uno dei ritratti più antichi e affidabili di San Francesco stesso, realizzato, secondo la tradizione, sulla base delle indicazioni di chi lo aveva conosciuto personalmente.

Restauro che ha reso leggibile anche la scritta che si trova sopra l’immagine del Poverello: "Haec est vera Sancti Francisci effigie".

Sono intervenuti allo svelamento dell’opera il sindaco di Assisi Stefania Proietti, che ha espresso gratitudine per quanto realizzato, parlando di "giorno straordinario"; il professor Elvio Lunghi, storico dell’arte che ha sottolineato: "Il Poverello di Assisi è questo qui: è il ritratto di un uomo umile, anzi è l’immagine dell’umiltà"; Sergio Fusetti, che ha ringraziato i restauratori che si sono adoperati per i lavori.

"Sono grato al professor Fusetti e all’équipe della Tecnireco, e ovviamente a Ferrari - ha aggiunto fra’ Moroni -, per la sinergia che ha permesso di portare a nuovo splendore un’immagine che non è solo un’opera d’arte, ma è, anzitutto per noi francescani e per tutti i devoti del Santo, un richiamo dall’alto valore simbolico alla figura e ai valori di san Francesco stesso".

"Tutto ciò è particolarmente significativo - ha proseguoto fra’ Moroni - mentre ci prepariamo al grande centenario francescano del 2026 in cui celebreremo gli 800 anni della pasqua del Santo di Assisi. Il ritratto di san Francesco, rappresentato in questo capolavoro di Cimabue, ci riporta necessariamente alla sua figura storica che manifesta ancora oggi una straordinaria attualità e continua ad essere fonte di provocazioni profonde per ciascuno di noi, per la Chiesa, per il mondo intero".

Maurizio Baglioni