Arezzo, 28 giugno 2024 – La piaga dei tempi moderni è il politicamente corretto, l’umorismo è morto. Proverà senza censure a risvegliarlo Luca Barbareschi col suo “Barba live” lo spettacolo che inaugura venerdì 28 giugno l’estate aretina. La rassegna Estate in Fortezza porterà in città oltre all’attore, produttore, regista, di recente protagonista del film The Penitent, presentato all'ultima Mostra del Cinema di Venezia, Luca Barbareschi, anche Pfm, Paola Turci, Max Angioni, Stefano Massini per una terza edizione tra musica, teatro, danza, letteratura e conferenze. Un’estate all’insegna della cultura a cura di Fondazione Guido D’Arezzo. Si parte il 28 giugno con Barba Live, show ironico, controcorrente, pop, libero che ha visto protagonista Luca Barbareschi per due stagioni televisive. Barba live, una produzione Eliseo Entertainment distribuito da AidaStudio Produzioni col coordinamento artistico di Elena Marazzita, è un viaggio nella cultura di ieri, oggi e del futuro con un approccio intelligente e curioso. La parola d’ordine è sense of humor. Il tema è un mondo senza il politicamente scorretto, senza censure e libero di affrontare temi avvincenti grazie anche al linguaggio potente della musica.
Luca Barbareschi che effetto fa aprire la rassegna che inaugura l’estate culturale aretina?
“Malgrado l’anno prossimo siano per me 50 anni di teatro, ogni debutto è emozionante. La nostra è una forma artistica che ha bisogno di conferme, applausi e consenso. A differenza di altri mestieri lavoriamo su quello ch accade in quel momento, in più in ogni regione c’è una sensibilità diversa dal punto di vista drammaturgico e di reazione alla comicità. Il teatro è una palestra bellissima e questo è uno spettacolo che fa ridere e commuovere”.
Barba Live arriva sul palco dopo due stagioni televisive, come si traduce in teatro?
“Ho avuto un solo grande maestro comico, con cui ho fatto un film, Walter Chiari, che era in grado di stare su un palco 3 ore e parlare di una cosa sola. In questo spettacolo il pubblico metterà dei bigliettini in un cappello e io andrò ogni sera nella direzione dei temi scelti, farò ridere e commuovere. E’ una sfida a me stesso. E’ talmente paradossale quello che succede che gli spunti sono infiniti, dalla medicina alla politica, passando per gli artisti che scrivono storie per essere politicamente corretti”.
Sul palco anche la musica della band di Marco Zurzolo?
“Posso improvvisare con loro, Zurzolo ha fatto tanti spettacoli e tanti miei film. Ad Arezzo porterò anche la guest star, Peppino d’Agostino, uno dei più grandi chitarristi al mondo che improvviserà con noi. Peppino per me ha fatto le musiche del film Ardena. Sul palco mi diverto come un pazzo”.
Lo spettacolo è anche un viaggio nella cultura di ieri e di oggi, cos’è per lei il senso dell’umorismo?
“Non c’è più, non esiste più, se dici “un nano entra in un negozio”, ti bloccano devi dire diversamente alto. Siamo circondati da questo moralismo di ritorno. Lo spettacolo invece è politicamente scorretto. Barbareschi è così, uguale a se stesso da anni, mi sono divertito perché a differenza dei miei colleghi l’ipocrisia non mi appartiene”.
Lo spettacolo ci catapulta in un mondo senza il politicamente scorretto, senza censure e libero di affrontare temi diversi, ma che cos’è oggi il politicamente corretto?
“È il tumore al cervello della cultura occidentale, è la morte dell’ironia ed è profondamente anti semita. Noi ebrei abbiamo uno spiccato sense of humor, in sinagoga si può ridere, se uno racconta una barzelletta e l’altro ride significa che ha capito. Gli artisti dovrebbero essere scienziati delle idee, essere provocatori, se non provochiamo qualcosa negli altri li addormentiamo. E’ il momento in cui vale tutto, sa che esistono i gender stagionali? Il martedì sono uomo, il mercoledì donna. Nessuno può obiettare come l’altro si sente oggi. Io sono sposato con 6 figli, posso dire che mi sento discriminato da tutte le associazione lgbtq, sono una minoranza da proteggere forse anche sovvenzionare. Ecco lo spettacolo è in questa chiave”.
Attore, produttore, regista, conduttore, imprenditore e anche politico, c’è qualche campo inesplorato?
“Sono il numero uno, ho fatto tutto, ho quotato un’azienda informatica, ho fatto il migliore teatro del mondo, ho vinto premi, sono moltitudini, rinascimentale e profondamente italiano senza un goccia di sangue italiano, sono il paradosso. Sto studiando composizione e direzione d’orchestra, è bellissimo leggere la musica e studiare ermeneutica. Ho fato un podcast che uscirà a novembre. Ho ancora tanti sogni. Mia nonna è stata una delle prime economiste, a 65 anni ha deciso di fare la scrittrice e a 90 diceva sarebbe stato bello prendere una laurea in pianoforte”.
Mai stato ad Arezzo?
“Sì, per fortuna faccio un lavoro che mi porta in giro per tutta Italia, se i politici conoscessero il paese come me farebbero un lavoro migliore. È un paese in cui tutti i posti sono particolarissimi siamo meravigliosamente diversi”.